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12 l’amor coniugale


Di Venere tu il figlio nei primi suoi anni lasciva
guidi con opra attiva, reggi col tuo consiglio,16

e quando dell’arco riposa ei l’ozio a godersi piú ameno
sopra il tuo caldo seno, candida ninfa, posa.

Onde serbare eterna la tua gioventú Citerea
ti diè, benigna dea che tua beltà governa.20

Onde tu ai furti meni audaci dei giovan gli amori
tutti conquisti i cuori con le carezze leni.

Vieni, deh, dunque e avviva, ma con molle plettro la lira
suono piú dolce ispira alle sue corde, o Diva:24

poi che a te già fu padre Mercurio1 e nell’opra cortese
i lirici ti apprese canti l’Eurimia madre;

anzi tu già provavi (a quanto ancor narrasi almeno)
corca su molle fieno, furti d’amor soavi:28

quando scorrendo le spiagge paterne dell’Umbria, ti piacque
sostar presso dell’acque del Clitumno selvagge.

Quivi scorgesti nuotante per l’acque del fiume quel Dio
e préseti desio teco d’averlo amante:32


“Qual gioia mai per l’onde? non offrono i prati, o fanciullo,
comodo piú il trastullo, gioie assai piú gioconde?


  1. Mercurio ed Eurimia: padre e madre della ninfa Elegia. Eurimia è nome foggiato dal P. stesso e significa dal bel ritmo.