le fonti mormorano e i ramoscelli:
tale dal talamo chiamata, quando
ai molli tìasi ne vieni e canti,
scacci tristezze, timor, dolori,
litigi, strepiti, tumulti torbidi,50
e di quïete gli animi irrori,
di giochi e gaudii, gioie e piaceri,
scherzi e sollazzi, candida pace,
spargi le veneri, spargi gli amori:
tutto sorride, l’aria tu schiari,55
e sia che un giovane ti veda o un vecchio,
matura vergine, o una fanciulla
tutti già t’augurano un buon marito
dal ciel ti pregano nozze felici.
Allor, qual suole tenue favilla60
un picciol ardere fuoco e repente
in fiamme crescere, ch’arida legna
presto divorano che alcun vi aggiunga,
tale in me tenue favilla un lieve
fuoco d’amore poser due occhi65
neri e mi corse al cuor profondo.
M’ardeva il roseo fulgor del viso,
m’ardeva il niveo candor del viso,
m’ardea la chioma, mirrei capelli,
m’ardean i turgidi nascosti seni:70
correndo amore di qua e di là,
per le sue guance, per le sue mani
e per il candido collo e la fronte
e per i candidi denti e pel seno,
già non piú amore, ma fuoco e fiamma75
che la vecchiaia riscalda ancora.