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l’asino | 79 |
neppure il magico scongiuro di Catone... Se l’han mangiati tutti, quei maledetti bruchi!...
Par. — E così... anche in villa non gli mancan molestie, al nostro Vecchio!
Fas. — Andate da lui... Ce n’è un altro fastidio da cui potrete liberarlo... Figuratevi che ha passato metà del giorno a farsi girare per le mani il cielo.
Par. — Il mappamondo, vuoi dire; le sfere celesti!
Fas. — Quel che volete; ma a me mi sembra che gli stia per dar di volta anche il cervello... perchè mentre passeggiava tutto assorto, studiando il suo cielo, non vide che andava dritto dritto sugli alveari... E se non fossi accorso io a salvarlo gettandogli intorno una coperta, le pecchie l’avrebbero mezzo morto. Credete a me; i vecchi tutti quanti, e specialmente quelli che son creduti più saggi, hanno tutti un po’ del matto... E il nostro vecchio non ne ha solo un po’... e non una sola pazzia!... Ma non sta a me parlare... e non ora... Dirò più chiaro un’altra volta... Intanto lo sapete che ora sta impazzendo d’amore?... e che, mentre ha sempre portato i capelli corti, ora ha cominciato a farseli crescere?... ed è uscito così in pubblico?...
Par. — Dimmi, Faselio: che n’è stato dell’asino?
Fas. — C’è mancato poco che lo finisse con una scarica di calci... un vero lumbifragio!... E allora l’asino l’ha regalato a me... perchè — sia detto in confidenza — ha subodorato che io sto per prender moglie fresca fresca; e lui, ch’è tanto salace!... non so come, s’accende subito... a sentir parlare di femmine maritate!
Par. — Chi non ti conoscesse!... Come se non si sapesse che tu sei solito fargli piacere e aiutarlo in questi suoi tormenti d’amore!... Oh ma ecco che il Vecchio viene a noi lieto in volto. Affrettiamo il passo e salutiamolo lieti in volto anche noi.