Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
l’asino | 75 |
ceci e quanti fagioli nascono negli orti di Gaeta... non otterrete da lei neppure un’occhiata... Non v’accorgete che siete vecchio, sdentato, smidollato e con la barba bianca?...
Pont. — E che diresti se alle tre once ed al letto aggiungesse, questo vecchio, anche un ventino di Alfonsini? Con questi si potrebbe comprare le pentole, i piatti, le catinelle... quello che vuole fra le stoviglie venute recentemente da Valenza di Spagna e fin dalle isole Baleari. E siccome io ti vedo d’umore gaio e tutto moglie... così mi par di vedere anche lei tutta piena di moine e molto portata per... le cose di famiglia... E poi essa è molto delicatina, e non è nata in campagna, ma nei sobborghi della città; e nei giorni di festa vorrà far bella figura davanti a queste zoticuzze di villane... lei ch’è quasi cittadina. E tu pure ci avresti piacere... Nè io mancherò, Caserio mio... Vuole un pettine dorato per la testa?... una collana al collo?... e i calzerotti ricamati ai piedini?... Io le do tutto... E a te pure darò per Natale delle calze di vario colore, e tre zamponi di maiale ogni anno...
Cas. — Anche la cappa?
Pont. — Anche la cappa... e a lei una sottanina color di rosa... Siamo d’accordo? E ora dimmi, amico... (Gli parla sottovoce, all’orecchio.)
Cas. — Che v’importa saperlo? Io la chiamo Fermentilla.
Pont. — Che vuoi dire con ciò?
Cas. — Non sapete che il fermento fa gonfiare la pasta del pane? Ebbene... lei ha il fermento nelle mani, nelle paroline, negli sguardi...
Pont. — Che mi dici, per la dea Venere! Come voglio godermela con la nostra Fermentilla!... Oh! ma ora basta di ciò... Mutiamo discorso... Ecco là i filosofi che arrivano... Facciamo la faccia seria,