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l’asino | 73 |
nome... Voi sapete che sto per accasarmi; dunque... mi ci vuole una casa nuova... ed io vo’ nominarmi Caserio, perchè avrò avuto in regalo la casa dal mio padrone...
Pont. — E perchè non chiamarti allora «Donnino» se è per cagion della tua donna, che vuoi da me il regalo?... Eccoti tre once d’oro... di quelle col giglio del re Roberto... Prendi la bilancetta, e vedi se son di peso giusto; e comprati la casa in questi dintorni... Vuoi altro?
Fag. — Accetto il denaro... ma c’è ancora un’altra cosa che vorrei ottenere da voi, padrone. Le tre once me le date perchè ho ben meritato di voi... con la marra e col rastrello... Ma voi vi dimenticate che c’è alla scadenza un altro vostro debituccio voluttuario... C’è un certo letticciuolo... dove avete pur goduto, nelle ore calde del pomeriggio, qualche delizia... scherzandoci sopra lascivamente... Ebbene, quel letto vuole ora una suppellettile nuova... e vuol esser tutto bello e pulito... Sapete bene, padrone: prendo moglie... Marito nuovo, moglie nuova, letto nuovo...
Pont. — E sia! lo concedo... Ma a me cosa cedi in cambio?... A me cuoce...
Fag. — Cos’è questa parola?... Io son Caserio, non un cuoco...
Pont.— Questa parola significa, che a me — che ti son padrone così liberale e indulgente — concederai di arare il tuo campo anche di giorno...
Fag. — Ma io non ho mai arato entro le tenebre notturne; e non vi capisco!
Pont. — Ma sì, capiscimi, Caserio caro!... Voglio arare di giorno un campicello insieme con la tua mogliettina...
Fag. — Ah! voi potreste anche chiederglielo in ginocchio!... Neppure se le regalate tre moggia di