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l’asino 67

asinello mio caro, che in corpo d’asino non hai nulla di asinino... Vedi? io vorrei che tu fossi più gentile di Madonna Gentilezza...

Par. — Così non si trovassero anche fra gli uomini molti che si diportano da asini! Ma la famiglia degli Asinii è molto antica, ed è molto numerosa anche nelle nostre città... Non c’è altra casata come questa, che sia così feconda a propagarsi moltiplicandosi...

Pont.— Sii buono, ragazzo... prendi la sferza... e allontana più che puoi quella noiosa zanzara...

Garz. — L’ho scacciata: è salvo il padrone, salva la Patria!

Pont.— Ora grattagli le orecchie leggermente... Vedi come esulta?... come ti ringrazia?... Per poco non ti dà un bacio...

Garz. — In malora coi tuoi baci! Mossette graziose, queste?... M’ha quasi strappato un labbro con un morso...


Pont. — Non t’arrabbiare, prego!... gli hai fatto il solletico: è tua la colpa. Menagli gentilmente la palma della mano sulla coscia e presso gli inguini...

Garz. — Ferma, bestione! Cosa sventoli con la coda?

Pont.— Non aver paura... fregagli leggermente sul ventre...

Garz. — Fermo con quelle zampe, brutta bestiaccia!... fermati, dunque!... Padrone mio, fateglielo voi: io non ho nessuna autorità su quest’asino... M’ha quasi rotto le costole con un calcio... Il mio ventre ha risuonato come un tamburo... Non mi piace questa musica asinina, se non mi si concede di suonarlo anch’io con un buon bastone di querciolo... (parte adirato).


Pont. — Se n’è andato gridando... Vedi che cosa