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il caronte | 129 |
hai peccato, a ciò costretta da altri, avrai una pena leggiera.
Ombra. — Ahimè, m’hanno turpemente ingannata!
Car. — Chi t’ha ingannata?
Ombra. — Un vecchio prete birbante, che m’ha tolto la mia verginità.
Car. — E come mai? Racconta.
Ombra. — Andavo spesso in chiesa, a pregare Dio che mi facesse trovare un buon marito; e spesso anche mi confessavo da un vecchio prete che pareva un santo. Mi lodava, mi dava buone speranze, mi si mostrava molto affabile. Quando ebbe ben conosciuta la mia semplicità e la mia ignoranza, mi disse: «Dio vuole che tu non prenda marito; a Lui devi consacrare la tua verginità». — Rispondo: «Se tu me lo consigli, e dici che Dio così vuole, sia fatta la volontà di Dio! A Lui dono e consacro la mia verginità». «Così devi fare, figliola! e hai detto ottimamente. Ma tu non sai, forse, che quello che hai consacrato a Dio, devi darlo a qualche sua Chiesa». — «E a qual chiesa potrei io consacrarla, padre, meglio che alla tua?» — «Sta bene; intanto io interrogherò la mia coscienza, se posso prendere in nome della mia chiesa il deposito di questa tua sacra offerta. Va, figliola; ritorna da me domattina. Io passerò la notte in preghiera; tu lavati bene, poi mettiti una camicia nuova: bisogna esser tutti mondi davanti a Dio; e chi è puro di cuore non può toccar cose impure. Vieni domani sola al convento: Dio non vuol testimoni alla tua offerta».
Il mattino dopo andai sola sola, com’egli m’aveva comandato, alla chiesa del convento; ed egli mi fece tosto entrare in una cappella di cui aveva la chiave, dove davanti a Dio ardevano moltissime candele. Dopo aver pregato un poco: «Ora spo-