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110 | pontano |
Eaco. — «Le colpe dei re sono espiate quasi sempre dai popoli» è vero; e noi da tempo lo abbiamo imparato. Anzi, volendone cercar la ragione, ci parve di dover ammettere che i re avessero sui loro popoli lo stesso ufficio e lo stesso diritto che ha l’anima sopra il corpo: e come le perturbazioni dell’anima fanno male al corpo, così anche i difetti dei re ricadono sui popoli.
Min. — A proposito di re, vorresti ora dirci, Mercurio, qualcosa sulla vita e i costumi e i governi dei principi odierni? Da quel che ne abbiamo sentito stando al nostro tribunale, ci sarebbe poco da sperare.
Merc. — Non è il caso di parlarne, ora. Toccare i re è cosa poco sicura, su nel mondo; qui all’inferno non è necessario. Basti sapere che di essi alcuni trattano male i loro popoli, ed altri ne sono maltrattati. Vi dirò invece di un terzo portento che ha turbato le menti dei mortali: per molti giorni il sole fu privo di raggi, mentre l’aria intorno appariva cerulea.1
Car. — Mi permettete di fare anch’io una piccola domanda?... Vorrei sapere se la superstizione degli uomini riesce gradita agli dei.
Merc. — Non c’è cosa che torni loro più molesta...
Car. — Perchè?... se è lecito...
Merc. — Perchè essendo cosa ridicola, rende ridicoli gli dei.
Car. — Spiega un po’ perchè la superstizione è ridicola...
Merc. — Non solamente è ridicola, ma spregevole e calamitosa. Perchè quando l’animo di qualcuno n’è preso, lo rende infelicissimo: di tutto ha paura, è sempre sotto l’incubo di un qualche cosa di
- ↑ Questo eclissi di sole avvenne il 14 settembre del 1465, il giorno stesso in cui Ippolita Sforza, sposa di Alfonso II d’Aragona, entrava in Napoli.