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DI MONTE BALDO. 33


scrive della Pietra Molochites, chiamandola custodia infantium;) valere al morso de Scorpioni, toglie l'Emicranea ricevendolo in polve sottilissima per le narici, et sana la tortura della bocca; conferisce all'Epilessia, et la quantità sua esser il peso di due grani di Pepe; bevuto nel vino, alla quantità di un cece, sanare il colico, la febre quartana, et resistere à tutti i Veneni: le quali virtù quanto di lui proprie siano non saprei dire, per non haverne veduto esperienza; e questo frutto le fù mandato di Costantinopoli, asserendole tali facoltà, et esser ivi in gran prezzo.

Questo è di grossezza di Nocciola, liscio, splendido, di color di cenere, di[Descrittione del Bonduch,]molta durezza quasi di sasso, tutto che gettato nell'acqua sopranati: inequale, alquanto schiacciato, come ne' Pisi si vede, mentre nel proprio Lobo del luogo contendono, il che aceenna anco il Clusio, mentre egli descrisse il primo frutto peregrino nel xxx. capo del II. libro de gli Esotici, in tutto à questo nostro confacendosi. Ne lascierò di dire come lo stesso Clusio con sue lettere delli XII. d'Agosto 1605. mandatemi da Leon d'Hollanda mentre mi communicò buon numero di cose peregrine, mi mandò anco un Lobo tutto spinoso, il quale contenea questo stesso frutto, di cui parliamo; il quale tuttavia riservo insieme co'l suo invoglio, sopra del quale era scritto di proprio suo pugno, Lobus Echinoides, ch'è quello à punto, ch'egli stesso rappresentò nel III. libro de gli Esotici al capo xv. nel cui luogo egli riferisce esser chiamato in Ispagna Matas de India pardo, che tanto suona, quanto Legume Indiano di color di cenere. Questo Lobo è di color, che nel rosso nereggia misto di pallido, di sottil membana, carico di sottili spine, et nell'interna parte liscio, et assai


E delica-