ste foglie solo al lodatissimo, et ottimo Amomo sono attribuite:
Ma questo dubbio si scioglie in questo modo, che in tutti
l'intieri grappoli dell'Amomo queste tali foglie si veggono,
ma che non in tutti i grappoli spuntano, et escono dalle
granella del grappolo, per il che solamente que' grappoli loda
Plinio, in cui queste intiere foglie si veggono; et che dalle
granelle del grappolo apparentemente spuntino; la cagione di che
assai chiaramente si scorge, cioè, che que' grappoli, che sono
dell'intiere sue foglie dotati, sono non solo più belli alla vista, ma
sono anco per lo più meno guasti, et degli altri più freschi.
Un'altro dubbio per ultimo ci resta, perc'habbi Plinio nel
figurare l'ottimo Amomo descritto le foglie del Pomo granato,
delle quali non hà fatto Dioscoride alcuna mentione, et che lo
stesso habbi poi tralasciato gli altri indici di bontade, de'
quali fà memoria Dioscoride, cioè l'odore, il peso, et altre simil
cose; il che si scioglie, perche non è meraviglia, che scrivendo
Plinio l'historia sua naturale, molto succintamente, et
quasi che in un'Epitome, ò Compendio, non habbi perciò
minutamente narrato ogni conditione dell'ottimo Amomo, anzi egli
tralasciò le più trite, et sino alla plebe manifeste, et ricordò
le foglie, che sono nel racemo; perche forse non furono da ogni
Simplicista avvertite: nella qual cosa segue Plinio l'esempio
degli huomini più periti, li quali nello scrivere i suoi
Commentari sogliono tralasciare le cose più chiare, et facili,
insegnando quelle solamente, che sono più oscure, et difficili.
Simile. Approva, et loda l'Amomo simile alle foglie
del Melogranato, ma se l'Amomo da Plinio lodato non è
pianta, essendo che quella non hà uso alcuno; ne siegue
adunque, che sia quell'uva così celebre, che s'adopra, et è frutto