foglie del Melo granato, ch'è da Plinio lodato, non è
un'altra specie, ma è l'Amomo per avanti descritto, et questa è la
pianta, od il frutto della stessa pianta; ma perche la pianta
dell'Amono nè si vende, nè è in uso, ma l'uva sola
dell'Amomo suol servire, et quella sola hà prezzo; perciò l'Amomo di
foglie simile al Melo granato, è la stess'uva, non la pianta, ma
questa difficoltà molto travaglia gli huomini Dotti, cioé in
qual maniera l'Amomo possa havere le foglie del Melo granato,
sapendosi dalle parole di Plinio l'Amomo esser la vite
Labrusca, ò pure uno mirtuoso serpo; scioglie questa
dubitatione l'Indiano nostro racemo, il quale in se contiene foglie,
à quelle del Pomo granato simili, sei delle quali cadauno
pericarpio, ò follicolo circondano, in modo di calice, si come
habbiamo nella descrittione dello stesso Amomo raccontato. Ma
li Moderni, a'quali ignote sono le foglie, delle quali è
l'Indiano racemo ornato, fuor di proposito rinfacciano à Plinio,
c'habbi descritto l'Amomo del tutto da quello di Dioscoride
diverso; percioche nell'Amomo di Plinio sono le foglie di
Melagrano, et in quello di Dioscoride quelle della Vite bianca;
Pure facilmente dalle apportate espositioni il dubbio si
scioglie, perche quando dice Plinio le foglie del Melo grano,
queste all'uva s'intendono appartenere, ma quando dice Dioscoride,
c'hà foglie di Brionia, ciò solo quanto alla pianta, non
quanto al frutto s'intende. Ma dalle sodette cose nasce una
nuova cagione di dubitare, se le foglie di Melo granato in
tutta l'uva dell'Amomo si trovino ò nò; et primieramente
incredibil cosa pare, che quelle foglie, che sono in vece di calice,
non si veggano in ogni grappolo, et se poi qualunque racemo
è di queste foglie ornato, s'inganna Plinio, da cui que-