non sò che di occuro, ch'egli hà meschiato, se pure è lecito il dar
giudicio delli Antichi, da' nostri Indiani racemi, de' quali
quelli, che bianchi sono, in tal maniera sono bianchi, che
alquanto al cinericcio colore s'avvicinano; E anco molto degno d'esser
osservato, che non havendo Dioscoride in questo Capo
fatto parola d'Amomo bianco, hora nondimeno lo scielga, et col
migliore lo riponga, tutto che per lo contrario dica Plinio, che
il pessimo è il bianco, et che tal cosa dalla vecchiezza gli
procede. Si deve inoltre con diligenza investigare per qual
cagione habbia Dioscoride tralasciato di dire, che s'elegga il
grappolo dorato dell'Amomo: tutto che l'habbi come migliore
lodato nell'Armeno: dobbiamo adunque alla proposta
difficoltà satisfare; Impercioche primieramente quanto tocca al
bianco colore dell'Amomo, che vien da Dioscoride al
rosseggiante di bontà pareggiato; devesi rispondere, ò che sia la
Greca lettione scorretta, del che anco viene da Marcello
Virgilio sospettato, ò se pure è legittima la lettura, dir si deve,
che Dioscoride alla libera, et apertamente all'openion di
Plinio contradica, che afferma di tutti il pessimo esser il bianco,
ò pure s hà da intendere, che parlando del bianco Dioscoride,
intenda di quello, che s'ha di sopra chiamato dorato, che da
Plinio pallido è detto; Ma se il testo è corrotto, et guasto, et la
lettione scorretta, overo s'hanno da scancellare, Bianco,
overo, et s'hà da leggere, Scielgasi il fresco, rossiccio,
ò pure s'hanno alquanto da mutar le parole, et s'hà da leggere,
Scielgasi il fresco, non bianco, ma rosseggiante;
Quanto poi a' colori dell'Amomo s'appartiene, cioè il
subaureo, ò dorato all'Armeno, ch'è di sopra da Dioscoride tenuto
per il migliore, il bianco, et rosseggiante, i quali amendue