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DELL'AMOMO INDIANO. 59

non sò che di occuro, ch'egli hà meschiato, se pure è lecito il dar giudicio delli Antichi, da' nostri Indiani racemi, de' quali quelli, che bianchi sono, in tal maniera sono bianchi, che alquanto al cinericcio colore s'avvicinano; E anco molto degno d'esser osservato, che non havendo Dioscoride in questo Capo fatto parola d'Amomo bianco, hora nondimeno lo scielga, et col migliore lo riponga, tutto che per lo contrario dica Plinio, che il pessimo è il bianco, et che tal cosa dalla vecchiezza gli procede. Si deve inoltre con diligenza investigare per qual cagione habbia Dioscoride tralasciato di dire, che s'elegga il grappolo dorato dell'Amomo: tutto che l'habbi come migliore lodato nell'Armeno: dobbiamo adunque alla proposta difficoltà satisfare; Impercioche primieramente quanto tocca al bianco colore dell'Amomo, che vien da Dioscoride al rosseggiante di bontà pareggiato; devesi rispondere, ò che sia la Greca lettione scorretta, del che anco viene da Marcello Virgilio sospettato, ò se pure è legittima la lettura, dir si deve, che Dioscoride alla libera, et apertamente all'openion di Plinio contradica, che afferma di tutti il pessimo esser il bianco, ò pure s hà da intendere, che parlando del bianco Dioscoride, intenda di quello, che s'ha di sopra chiamato dorato, che da Plinio pallido è detto; Ma se il testo è corrotto, et guasto, et la lettione scorretta, overo s'hanno da scancellare, Bianco, overo, et s'hà da leggere, Scielgasi il fresco, rossiccio, ò pure s'hanno alquanto da mutar le parole, et s'hà da leggere, Scielgasi il fresco, non bianco, ma rosseggiante; Quanto poi a' colori dell'Amomo s'appartiene, cioè il subaureo, ò dorato all'Armeno, ch'è di sopra da Dioscoride tenuto per il migliore, il bianco, et rosseggiante, i quali amendue


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