ser detti frutti, perche nascono del picciol fruttice, ò arboscello
dell'Amomo, il quale è una specie tra l'arbore, et l'herbe
mezana, quasi che nasca il fruttice tra queste due estreme specie,
arbore, et herba; et per tanto seme, et frutto produca.
Fanno alcuni huomini dotti in questo luogo un'obiettione, se
Dioscoride non parla della pianta dell'Amono, ma del frutto
dell'Amomo Pontico, che dice, che è di frutti ripieno, la
propositione non è d'alcun momento, essendo che il soggetto, et il
predicato sono una cosa medesima, cioè è frutto pieno di
frutto; nulladimeno facilmente si scioglie l'obiettione dalle
sodette significationi di frutto, et di seme; poiche il soggetto
è l'Amomo di Ponto, overo il Pontico grappolo, al quale molti
follicoli danno l'essere, et hà nome di predicato l'interni semi
angulosi, che sono ne' follicoli contenuti. Ma perche tre sono
de' follicoli le proprietà, et conditioni, si come habbiamo ne'
grappoli Indiani avvertito, poiche di loro alcuni niun seme
rinchiudono, altri picciolo, et altri finalmente sono vuoti, i
quali non riempiono le cavità de' follicoli. Sono poi alc(t)ri
follicoli, ch'in se ritengono semi più grossi, et più compiuti, i
quali occupano la concavità loro tutta. Osserva Dioscoride
l'Amomo di Ponto esser pieno, cioè de' suoi interni, et
angulosi semi. Però è falso quello, che affermano i Moderni, cioè,
che in questa proportione una stessa cosa sia il soggetto col
predicato: è falso dico, poiche soggetto è il grappolo dell'Amomo
di Ponto, c'hà luogo di tutto, ò di genere; et predicato è
l'interna pienezza de' semi, la quale è parte del grappolo, ò
pure differenza divisiva, colla quale si distingue il genere di
racemo; et la specie del racemo di Ponto vien circonscritta
dall'altre specie d'Amomo distinta, et separata.