dità si riferisce, vien detto καρπὸς, ò frutto. Ma pare, che
sia poco stabile Dioscoride nel servirsi di queste voci
καρπᴕ, καὶ σπέρματος, frutto, et seme; poiche mentre in uno steffo Capo
vien à parlare de' frutti de gli arbori, et de' semi dell'herbe,
chiama i frutti de gli arbori καρπᴕς, et gli semi dell'herbe,
nominava σπέρματα, il che da' seguenti luoghi si farà
manifesto: Imperoche nel Capo del Basfamo chiama καρπòν il frutto
del Balsamo, non σπέρμα; ma nel Capo stesso chiama σπέρματα
quelli dell'Hyperico, et nel secondo, terzo, et quinto,
chiama i frutti de gli arbori καρπᴕς, et dice i semi dell'herbe
σπέρματα, tuttavia in altri luoghi nomina καρπᴕς i semi delle
piante; poiche parlando nel secondo Libro del Pepe acquatico,
i semi di lui chiama col nome καρπὸς, et nel quarto Libro,
quando della Mercurial femina tratta, descrive i semi suoi
con la voce καρπὸς, Ma in questo Capo dice prima, il seme, che
nel suo Pericarpio è rinchiuso, καρπὸν, e poco dapoi nomina
lo stesso σπέρμα. Dichiarate queste cose in questa mamiera,
chiaramente si vede, che per autorità d'Aristotele il grappolo
dell'Amomo è frutto, perche da altrui dipende; et è seme,
perche da lui altra cosa proviene. Da Theophrasto habbiamo,
ch'egli è frutto, essendo di Pericarpio composto; ch'è frutto ad
uso nostro, et ch'è seme per la generatione futura, et seme
specifico, sotto il commumissimo genere di seme contenuto; ma
per quanto Dioscoride ne scrive, il grappolo dell'Amomo è
frutto, perche è dal fruttice prodotto, non da herba, che se si
parla de' semi dell'Amomo nel Pericarpio rinchiusi, quelli
per openione d'Aristotele, et di Theophrasto sono frutti, et
semi, conforme alle sopradette significationi di frutto, et di
seme; ma dice Dioscoride, che i semi stessi ancora possono es-