Che se vero fosse, che l'Amomo d'Armenia di semi ripieno non
sia, senz'alcun dubbio non sarebbe ottimo; ma perche scrive
Dioscoride, che l'Amomo di Ponto è ripieno di frutti, et più
basso approva l'Amomo di semi ripieno, nell'uno, et nell'altro
luogo pare, che lo stesso sia il sentimento, come se in effetto
frutto, et seme fosse una stessa cosa; Là onde gli significati di
frutto, et di seme si devono dichiarare, per quanto li Greci
Autori n'hanno scritto; prendiamo adunque da Aristotele
principio, dal quale fu scritto frutto, et seme esser in effetto
una cosa stessa, ma esser due cose, solo per nostra distintione
fatta con giudicio. Dice adunque il seme τὸ σπέρμα, et il
frutto ò καρπὸς esser tra se differenti intanto, in quanto che l'uno
è, ò prima, ò dapoi dell'altro; poi che frutto è quello, che da
altrui procede; seme quello, da cui altrui proviene, dove che
levate queste differenze, del tutto una sol cosa sarebbero; ma
Theophrasto dichiara questo nome di frutto, et dice, ch'è
quello, ch'è di seme, et pericarpio composto, ma nel decimo
ottavo Capo dello stesso Libro fà, che questa voce, seme, sia
genere communissimo a' frutti de gli arbori, et a' semi
dell'herbe. S'hà ancora dallo stesso Autore un'altra distintione nel
primo Libro De causis Plantarum dal dottissimo Scaligero,
con queste parole nel Commentario dichiarata Una res est
ακαρπὸς, καὶ σπέρμα, sed ratione differunt; cum intelligitur
ad futuram plantam, sationis usus, σπέρμα dicitur
cum refertur ad nostra commoda, vocatur καρπὸς
una stessa cosa è frutto, et seme; ma sono nel modo del
pigliarli differenti, poiche quando si piglia in quanto, che una
pianta deve produrre, è seme all'uso della cultura, all'hora,
seme, et sperma si chiama; in quanto poi alle nostre commo-