d'esser investigata è la cagione, per la quale hora à noi quelli
odori infastidiscano, che solevano all'odorato de gli Antichi esser
grati cotanto: il che pare, che da doppia ragione provenga:
L'una è la Natura istessa, che si come molte volte dà ad una
stessa pianta sapori diversi, et anco i contrarij meschia, come
il grato, l'acido, l'austero, l'amaro: così anco habbi in una sol
pianta mescolato il soave odore con lo spiacevole; come scrive
Theophrasto. La seconda causa poi in noi stessi si truova;
conciosiache essendo al presente avvezzi à fragrantissimi,
et gratissimi odori, del Moscho dell'Ambra, e d'altri tali,
siamo fatti molto più delicati, et per tanto sprezziamo, et
(quasi dirò) aborriamo quelli odori, che erano à gli Antichi
tanto delitiosi; come la spica del Nardo, l'Amomo, et simili
onde si cava, che l'odore dell'Amomo non deve essere à quello
del Moscho, ò dell'Ambra paragonato, ma à gli odori, et à gli
Aromati de gli stessi Antichi, come al Nardo, alla Canella,
al Giunco odorato, et ad altri di simil forte. Se questo
avvertirassi nello investigare l'odore dell'Amomo non dubito,
che se l'odore di questo nostro grappolo à quelli delli Antichi
si paragonarà, non quasi ad essi starà paro, anzi che egli non
tenga di tutti il principato.
Valde; molto ἱκανῶς] questa voce molto, accresce la
soavità dell'odore, il che in due maniere si può intendere. Prima,
che sia l'ordine dell'Amomo Armeno temperato, et giocondo,
quasi à punto nel modo, ch'è odorata la Rosa, ò pure come tra
colori è mezano il Celestino, od'azuro, il quale essendo tra il
bianco, et il nero, è perciò di sommo diletto all'occhio. Può
secondariamente l'Armeniaco Amomo molto odorato, non
perch'egli habbia mediocre, ò temperato odore, ma più tosto ga-