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DELL'AMOMO INDIANO. 25

l'uva esser ristretta, perche anco l'Indiano racemo, che all'uva cotanto s'assomiglia, non sarà ristretto? Di maniera che pare, che gli Moderni si siano ingannati nell'intendere questa voce, Ravvolto, come che intendessero l'Amomo esser ad alcuna cosa avviticchiato, nello stesso senso à punto pigliandolo, che scrive Aristotele del coito de' Serpenti, che l'uno all'altro s'avviticchia, le parole dello stesso Aristotele sono Περιπλέ κονται δ’αλλήλους οἱ ὄφεις, che vuol dire, gli Serpenti l'uno con l'altro s'attorcigliano, od avviticchiano; Ma Dioscoride non disse, che l'Amomo sia avviticchiato al suo legno, ma disse à guisa di racemo dal legno in se stesso ravvolto, οἱονσεὶ Βότρυς ἐκ ξύλᴕ ἀντιπεπλεγμένος ἑαυτῶ.

Riprovano oltra di ciò gli Moderni l'Indiano racemo, come che non sia il legitimo di Dioscoride, essendo che, come essi dicono, è più tosto ad un herbaceo sarmento, che ad un legnoso sostegno, attaccato, poiche lo stesso sarmento venoso, et pieghevole si vede. Non si può negare, che il caule dell'Amomo non sia arrendevole, et fibroso, ma quindi però non siegue, che lo stesso sarmento, e sostegno sia herbaceo, perche nella stessa maniera arrendevoli, et fibrosi sono i surculi dell'Olmo, della Piopa, del Salice; et con tutto ciò falso sarebbe il dire, che legnosi non fossero.

Hora mò ci resta, c'havendo per lo passato spiegato le parole di Dioscoride, accommodate alla correttion nostra, di nuovo le dichiariamo nella guisa, che nella commune lettione si veggono, acciò quindi si scorgano gl'inconvenienti, che dalla scorretta lettura nascer ponno. La lettione commune è di due sorti, l'una delle quali è al Greco esemplare conforme, l'altra è de' Latini Interpreti, li quali guastano, et corrom-


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