Amomo, è simile al grappolo di quell'uva, che è in se stesso
ravvolto, et ristretto: onde quel grappolo si dice in se ristretto,
il quale è in se stesso attaccato, da tutti i lati contrarij, le
differenze contrarie del luogo sono davanti, di dietro, di sù,
di giù; da parte destra, da parte sinistra, là dove da tutte le
parti si ristringe quel grappolo d'uva, che à quello dell'Amomo
somigliante esser debba. Quindi adunque possiamo vedere,
che due conditioni necessariamente si richiedono al racemo, s'hà da
compitamente mostrare la figura del grappolo dell'Amomo.
L'una è, che vengano dal legno i frutti dell'Amomo prodotti,
od' in tutto senza picciuoli, od'almeno senza gli
più lunghi, acciò da questi non sia causata la lontananza delle
granella l'una dall'altra, et quindi venga ad esser il grappo
sciolto, et raro, che sia per apunto al denso, et raccolto racemo
contrario. L'altra conditione che necessariamente concorrer
deve per figurare il grappolo dell'Amomo è, che gli frutti
dello stesso, che danno la forma al grappolo, non solo siano al
legno prettamente congiunti, ma anco, che l'uno tocchi l'altro,
in modo tale, che tra essi non sia spacio alcuno vacuo di
frutti; Impercioche i frutti sciolti non possono haver figura
di grappolo, ò se l'havranno, havrà sembianza di grappolo raro,
et sciolto, et al ristretto contrario.
Et niuno deve dubitare, che questo participio (ristretto)
non si debba all'uva appropriare, stimando, (come gli Moderni
hanno creduto) che si debba al frutto, od'al legno dell'Amomo
riferire; il che è falso, stando che il participio col più
vicino sostantivo, cioè grappolo si deve ammettere, non col
più lontano, ch'è arboscello. Questo ancora si corrobora, et
prova coll'autorità di Plinio, il quale non alla pianta, ma al