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DELL'AMOMO INDIANO. 23

Amomo, è simile al grappolo di quell'uva, che è in se stesso ravvolto, et ristretto: onde quel grappolo si dice in se ristretto, il quale è in se stesso attaccato, da tutti i lati contrarij, le differenze contrarie del luogo sono davanti, di dietro, di sù, di giù; da parte destra, da parte sinistra, là dove da tutte le parti si ristringe quel grappolo d'uva, che à quello dell'Amomo somigliante esser debba. Quindi adunque possiamo vedere, che due conditioni necessariamente si richiedono al racemo, s'hà da compitamente mostrare la figura del grappolo dell'Amomo. L'una è, che vengano dal legno i frutti dell'Amomo prodotti, od' in tutto senza picciuoli, od'almeno senza gli più lunghi, acciò da questi non sia causata la lontananza delle granella l'una dall'altra, et quindi venga ad esser il grappo sciolto, et raro, che sia per apunto al denso, et raccolto racemo contrario. L'altra conditione che necessariamente concorrer deve per figurare il grappolo dell'Amomo è, che gli frutti dello stesso, che danno la forma al grappolo, non solo siano al legno prettamente congiunti, ma anco, che l'uno tocchi l'altro, in modo tale, che tra essi non sia spacio alcuno vacuo di frutti; Impercioche i frutti sciolti non possono haver figura di grappolo, ò se l'havranno, havrà sembianza di grappolo raro, et sciolto, et al ristretto contrario.

Et niuno deve dubitare, che questo participio (ristretto) non si debba all'uva appropriare, stimando, (come gli Moderni hanno creduto) che si debba al frutto, od'al legno dell'Amomo riferire; il che è falso, stando che il participio col più vicino sostantivo, cioè grappolo si deve ammettere, non col più lontano, ch'è arboscello. Questo ancora si corrobora, et prova coll'autorità di Plinio, il quale non alla pianta, ma al


grappolo