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A' LETTORI. |
NCHE i valent'huomini Semplicisti durano fatica ad imbroccarla d'alcune Piante, quando se ne stanno alle primiere pullulationi, nel farne guidicio. Perciò non dovrete voi, discreti Lettori, giudicarmi da questa bozza. La presente tradottione fù fatta da me cinqu'anni sono, nel sestodecimo della ma vita, più per commandamento del Padre, che per gusto ch'io ne havessi; poiche come la materia de' Semplici era lontana dagli studij della Filosofia, à quali all'hora attendevo, così il trattato in que' discorsi era cosa poco gradita allo'ngegno d'un giovane; onde non dovrà parervi miracolo, se la troverete poco meno che piena di scaglie, poiche non l'hò limata, ne strebbiata punto; e mi valsi di lingua (per i termini necessarji) più tosto acconcia al soggetto, che all' uso fi de' buoni. Non l'habbia la cortesia vostra à disgrado, qual ella si sia, et aspettate intanto da me cosa di soggetto più dolce, e meglio vestita, et adorna. Vivete felici. Adi 12. Genaro 1617.
Francesco Pona. |