Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/169


DI MONTE BALDO. 149

La Valeriana rossa del Dodoneo, il quale la disse ancora Ocimastro con aspetto di Valeriana; ò come il Lobelio dice, Condurdo di Plinio: Per aventura sarà il Narcisso di Virgilio, et di Columella; dall'Aldrovandi fù stimata Struthio, et da altri è stata creduta Benrosso.

L'Aria di Theofrasto, così dal Dalecampio creduta.

La Phiteuma del Matthioli, detta dal Lobelio Campanula con foglia di perfico, overo Iasone di Theofrasto.

La Dafnoide, cioè Laureola volgare.

La Digitale picciola.

Il Viburno del Matthioli, detto dal volgo Lantana, dalle cui radici si fà nel Veronese gran copia di Visco.

La Iacea montana de' Narbonesi.

L'Anemone di sottil foglia di Valerio Cordo, ch'è L'Eranthemo del Gesnero, et del Dodoneo; il Matthioli lo chiamò Fior d'Adone, il Lobelio pensò che fosse il Phlox di Theofrasto, et gli Sassoni lo dissero Occhio del Diavolo.

Gli due Orobi Veneti di Carlo Clusio.

La Galeopsi di Dioscoride, le cui radici per esser somigliantissime a quelle dell'Elleboro bianco, avvenne, che fossero in molti luoghi, et per molto tempo con grave pregiudicio, usate come radici di proprio Elleboro. L'effigie di questa pianta non è stata meglio espressa, che dal Camerario nel suo Epitomato Matthioli.

La picciol Ginestra spinosa. Il Lobelio dubitò ch'ella fosse l'Ulice Pliniano.

La Pneumonanthe del Cordo, ch'è specie di Gentiana minore autunnale; dal Dodoneo fù chiamata Viola Calatiana.


Il Ge-