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126 DESCRITTIONE

succo. In tendo di Primavera produce il caule alto un cubito, e mezo, dal quale spuntano foglie più lunghe delle prime, et alquanto intagliate, queste vestono il caule con giusto intervallo à due à due, et quanto più alla sommità s'avvicinano, sono ancora più profondamente divise, come nella stessa Valeriana si vede. Gli fiori sono prodotti in umbella bianchi, et alquanto odorati. Il caule si disperde l' Aprile, e 'l Maggio, restando sotterra il rimanente del tempo le radici tuberose, delle quali pendono alcune filamenta, cui sono appese alcune tubercule come nella volgar Filipendula. il loro odore è di Nardo. Da queste nelle prime pioggie dell'Autunno sorgono nuovi germogli. Nasce egli ne' luoghi montuosi, et humidi, et alcune volte tra' sassi. Egli s'avvicina a' generi de' Nardi, et peravventura incogniti à gli Antichi. è ben vero, che Galeno nel lib. IX. Medicamentorum secundum locos, nel capo IV. mentre egli espone il Medicamento di Philone Tarsense, fece mentione del Nardo di Candia, ma solo co 'l nudo nome, senza venir ad altro particolare; nè mi ricordo haver letto altro del Nardo Cretico presso di lui. Plinio nel XII. al XII. Capo connumera una pianta tra' generi del Nardo con epiteto di Cretico, il quale da alcuni fu chiamato Agrio, da altri Phù; descrivendolo con foglie d'Olusatro, et con caule nodoso lungo un cubito, che nel, bianco porporeggia, con radice torta, fibrosa, imitante i piedi d'uccelli; la cui descrittione non al nostro Nardo, ma alla Valeriana, ò Phù di Dioscoride si conviene, ancorche non faci alcuna mentione, ch'il fiore sij simile al Narcisso, come notò Dioscoride. Il Dalecampio nella fine delle sue annotationi in Plinio al Capo XII. crede, che nel testo Greco si debbi leg-


gere,

Tempo. Odore. Luogo. Nardo di Candia presso Galeno. Nardo Cretico appresso Plinio, chiamato Agrio, et Phù.