me bufali’ qual fa pesata, e si trovò di quattordici libbre. Vi
sono ancor giraffe, asini e altre sorti d’animali salvatichi,
molto diversi da’ nostri. Or avendo parlato di quell’isola, parleremo Hi quella di Zenzibar.
ghe zanne cT avorio che gli scappano fuori dalia gola come due corni, e che lo rendono pericoloso, ha gli occhi piccoli quasi in cima della fronte che è quadrata, ha
due proturberanze carnose pendenti alle gote,che sembrano un altro pajo d’orecchie,
che gli danno un’aspetto anche più ributtante e spaventevole. Questo quadrupede
esiste nel Madagascar (FJac. Hist. Gen. des Voy. t. Vili, p (u>2).
94°. Giraffe Non vedo fatta menzione di giraffe dai viaggiatori nel Madagascar, ma di molti altri animali molto divisati dai nostri, descritti da Flacourt.
941. Asini. Sembra essere l’animale detto da Flacourt Mangar sahoe che
lo crede anche esso un asino salvatico (ihid. p. 604)• Secondo il viaggiatore » est
un grand animai, qui a >e pied rond commc le chevai, et des longues oreilles.
Lorsque il descend des montagnes il voit a peine devant lui,paree que les oreilles
lui cachent les jeux. Son eri est celui d’unane ».
942. Zenzibar. Avverte 1 Herbelot che Zeng significa in Arabo il paese detto
oggidi Zanguebar,e che i popoli della contrada sono detti Zengi,e perciò ne è derivata la voce Zenghiban o paese dei Zengi (Vox Zeng). Il Barros dice che la costa
orientale dell’Affrica fra Sofala e il capo di Guardafuy » gli Arabi e i Persiani
come gente che non ha politezza di lettere, negli scritti loro la chiamano Zanguebar,e gli abitanti suoi Zanguini, e con altro nome comune gli chiamano Cafri, che vuol dire gente senza legge (o infedeli); nome che essi danno ad ognigcnte idolatia ». Secondo i suoi computi questo Zanguebar dal capo di Guardafili
sino a Monzambico avea per costa la lunghezza di i65o miglia j e da Monzowbico al
Capo delle correnti ultimo termine degli stabilimenti degli Arabi nei secoli di mezzo
sonovi 5io. miglia. E da quest’ultimo luogo al Capo di Buona speranza 1040 miglia.
Talchè dagli ultimi stabilimenti degli Àrabi a questa estrema punta dell’Affrica non
cravi che questa distanza per costa e g.° 55.’ in latitudine, poichè il Capo delle correnti e a 24.0 Lat. Mer. il Capo di Buona Speranza a 55.°55.’Dimostrammo;nella storia che serve d’introduzione all’opera,che le cognizioni degli antichi non erano tanto inoltrate per quanto antichissimamente vi si stabilissero gli Arabi, e che sempre
nuovi avventizj di quella nazione vi sopraggiungessero.Da una Cronaca di Quilloa apprese il Barros che alcuni sbanditi Arabi appellati Emozaidin \i giunsero, Essi erano cosi chiamati, perchè seguivano le opinioni di un certo Zaid nipote d’Hocem
figliuolo d’Ali genero di Maometto,che erano contrarie al Corano,che perciò come eretici furono dagli Arabi scacciali.Vi capitarono poscia tre navi con gran numero di
Arabi pertinenti ad una popolazione vicina alla Città di Laza della costa d’Arabia bagnata dal seno Persico e in faccia a Barahin Essi fabbricarono Mngadasso e Brava.La
prima città crebbe tanto in islato cho fu la dominante di tutti gli stabilimenti degli
Arabi da quella banda. Quei di Magadasso aprirono tiaffìco colla costa di Sofala
non per desiderio di fare scuoprimenti, ma perchè una nave vi fu sospinta per forza
di temporale e di correnti,e valutarono sommamente quello scuoprimento per le cave
dell’oro della contrada. Soggiunge il Barros che per quanto avessero notizia di tutte
le terre vicine a dotta miniera,non passarono il Capo delle Corrent i,perciocchè i navil]