so mezzodì, 93’ le quali sono in gran moltitudine, se non a questa, e a quella di Zeuzibar, perchè il mare corre con grandissima
velocità verso mezzodì, di sortechè non potriano ritornare più
a dietro, e le navi, che vanno da Malabar a quest’isola fanno il
viaggio in venti, ovvero in venticinque giorni. Ma nel ritorno penano da tre mesi, tanta è la correntia dell acque, che di continuo
caricano verso mezzogiorno.
Dicono quelle genti, che a certo tempo dell’anno viene
di verso mezodì, una maravigliosa sorte d uccelli, ohe chiamano
Ruch 938, quale è della somiglianza dell’aquila, ma di grandezza
imcomparabilmente grande, ed è di tanta grandezza e possanza,
ch’ egli piglia con l’unghie de’ piedi un’elefante, e levatolo in
alto lo lascia cadere, qual more. E poi montatoli sopra il corpo
si pasce. Quelli, ch’ hanno veduto detti uccelli riferiscono, che
quando aprano l’ali da una punta all’altra, vi sono da sedici passi di larghezza, e le sue penne sono lunghe ben otto passi, e la
grossezza è corrispondente a tanta lunghezza. E M. Marco Polo
credendo, che iossero grifoni, che sono dipinti mezzi uccelli, e
mezzi leoni, interrogò questi che dicevano d’averli veduti ^ i quali li dissero la forma de’ detti esser tutta d’uccello, come saria
dir d’aquila. E avendo il Gran Can inteso di simil cose maravigliose, mandò suoi nunzj alla detta isola sotto pretesto di far rilasciare un suo servitore, che quivi era stato ritenuto. Ma la verità
era per investigare la qualità di detta isola e delle cose maravigliose, eli’ erano in quella. Costui di ritorno portò (si come intesi), al Gran Can una penna di detto uccello Ruc, la quale li fu
affermato che misurata, fu trovata da novanta spanne, e che la
canna della detta penna volgea due palmi, eh era cosa maravigliosa a vederla, e il Gran Can n’ebbe un estremo piacere, e fece
gran presenti a quello, che gliela portò. Li fu portato ancor un
dente di cinghiale y3Q, che nascono grandissimi in detta isola, co’
9^7. A un si navica ad altre isole verso metzodi(V. t. I. p. 197. n.)
9 58. Ruch. Intorno u questo favoloso uccello (V. t. I. p. 198 n.).
y3g. Dente dt cinghiale. Quanto alla favolosa penna del IWich, c al mostruoso
dente di cinghiai«: ci nc parlò per sentitu dire come apparisce dall’aver de’.to di supia: siccome intesi. Pare che questo dente fosse del giughi ale fletto Ous-fcthiopicus
descritto ria iJairow (Vojra^. dans la part.nicridion.de l’Afriquc t. II. 1801
p. iib). Oli Olandesi lo appellano botchwur he o porco sai \ atico. Secondo il viaggiatore quanto è astuto, e alti elianto brullo e detonile. I. armato di alcune luu