quantità, quali vengono levati pei i mercanti. Sono gli abitanti
di detta isola i maggiori incantatori e venefici 931, che si possano trovare al moudo, ancorchè il suo Arcivescovo non glielo permetta,
e che gli scomunichi e maledisca. Pur non curano cosa alcuna,
perciocchè se una nave di corsari facesse danno ad alcuno di loro, costringono, che ella non si possa partire., se non soddisfanno i danneggiati; conciosiacosachè «e il vento li fosse prospero
e in poppa, loro fariano venire un’altro vento, che la ritorneria
all’isola al suo dispetto. Fanno il mare tranquillo; e quando
vogliono fanno venir tempeste, fortune, e molte altre cose maravigliose, che non accade a parlarne. Ma diremo dell isola di
Magastar.
CAP. XXXV.
Della grand isola di Magastar, ora detta di San Lorenzo.
Partendosi dall isola di Soccotera, e navigando verso Mezzodì e Garbino per mille miglia, si trova la grand’isola di Magastar 932, qual è delle maggiori e più ricche, che siano al mondo. Il circuito di quest’isola, è di tremila miglia. Gli abitatori
sono Saraceni, e osservano la legge di Macometto. Hanno quattro Siechi,j23, che vuol dire in nostra lingua vecchi, che hanno
951. incantatori e venefìci. Lo stesso delle donne ili quel paese dice il Barros:
che quando stanno separate dagli uomioi, Solamente per avere generazione dalle
navi che in quell’isola capitavano avevano alcuni; e quando tardavano, per arte
magica gli facevano venire per questo effetto, a che si può dar fede, si perchè so# no virili, come perchè oggidì «uno cosi grandi magiche e fattucchiere, che fanno
9 cose maravigliose 0 (1. c. p. 10). Tale reputazione forse diedero loro gli Arabi
loro nemici,perchè gli danneggiavano, e accoglievano i corsali che davano la caccia
alle navi dei Gentili,e dei Maomettani.
9^2. Ma gustar, e più coi rettamente il nostro testo Madeghascar, il Cucciano
Madagascar e forse meglio il Piicrardiano Madajghasar,perchè i natii appellano la
loro isola Madecasse. J^el primo volume si è battalo diffusamente di quest’isola
(p. if/i. n) e sono state confermate molte cose delle dal l’olo.
ff’bl. Siechi. Scheihh dice I’ Herbelot non solo significa in arabo un vcceluo,
ma un principe, un dottor celebre, un capo d’alcun collegio, o cuniunilN religiosa
(vox s< heikh). Il titolo di Scherh, o a seconda della pronunzia Arabo Sihcnck
dice il Nieburh (IVstrip. de I’ Arab. p. 1^),è il piò usìtfcto e il piò antico. » L»
v lingua Araba d’altronde tanto ricca, par povera in parole per indicare i ranghi,
9 se si compari alle favelle huropee. Perciò la voce Schcth ha diverti significati.
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