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Pentan per miglia sessanta, in molti luoghi non si truovaacqua ’3G, se non quattro;[¿assi alla: e per questo bisogna, che li naviganti levino più alto il timone, perche non hanno acqua se non di circa quattro passi. E quando s’ha navigato queste sessanta miglia verso Scirocco, si va più oltre circa trenta miglia, e si truova un’isola ?3’ ch’è regno, e chiamasi la città Malaiur 738, e così l’isola Malaiur. Le cui genti hanno re, e linguaggio per se ^. 706. ¡Xon si trova acqua. Qui parla dello stretto di Sincopar a che dovè valicare per recarsi a Malaca. II Missionario Premare che da Malaca si reco a Pulo Condor trovò che il mare aveva in alcun luogo dello stretto Solo 20 piedi di profondità (Lettres. Edif. t. XVI. p. 323). il Viaggiatore Cadetti che veniva dalla costiera della Cina cosi ne discorre. » In questo viaggio non accadde cosa da raccontare salvo che passato lo stretto di Sincapura, posto in un grado è mezzo fra la terra ferma, e le diverse isole vicine a quella di Sumatra, in cosi angusto spazio di canale, che dalla nave si poteva saltare in terra, ed arrivare i rami degli alberi che vi sono di qua e di là, la nave diede in secco: ma perchè il fondo era di mota non.si fece male nessuno » (t. II. p. 209). 757. Un isola. Per quanto il paese che qui descrive lo dica isola, è la penisola di Malacci; cui corrisponde come dirassi il Malajur del Polo. Ma siccome esso per questa parte del viaggio si valse di carte e Libri degli Àrabi c delle notizie verbali che attinse dai loro naviganti è da sapere che essi appellano indisi amente Gelirat tanto 1111 isola, quanto una penisola come Io afferma l’Herbelot (vox Gezirat). 738 Malajur. E il regno di M alaca che secondo il Marsd en nella favella Malaja appellasi Orang-Malaju, che significa regno dei Ma lai (not. 1 192.) I Portoghesi appellarono Malai o Malaici quei popoli, la loro favella Malaja. Celebre nella penisola di Malaca fu la città di Sincapura ove tutte le navi dei mari dell’India e della Cina conccorevano a trafficarvi come emporio ove agiatamente attendevano i mozioni favorevoli per i ritorni e avevano agio di cambiare le merci. ]l Polo parla del regno di Milaca e non di quello di Singapura, perchè per alcune rivoluzioni raccontate dal Barros eia quest’ultimo stato distrutto, e fondato quello di Malaca. Paramisora temendo lo sdegno d’un usurpatore del regno di Parasira nell’isola di Giava, si rifugio con alcuni profughi a Lingapura. Ma obliata la benefica accoglienza fattali, macchino e riuscì coll’ajuto dei suoi a togliere e regno e vita al re del paese. 11 re di Siam volendo vendicarne la morte fu varie volte battuto. Ma Paramisora temendo la sua potenza, abbandonò Singapura, e andò a stabilirsi ove è Malaca oggidì, e ivi unito coi suoi seguaci, e i natj fondo la città, che chiamò a se i traffici di Singapura. Il re di Malaca si riconobbe tributario del re di Siam, ed ebbe per ciò il dominio di 160. miglia di litt orale, e la sovranità delle isole di Saban e di Bintan. JIBarros soggiunge: (L. C.) » il tempo certo nel quale questa città fu edificata, appresso gli abitatori suoi, non si trova scrittura alcuna che sia venuta alla nostra notizia, solamente si dice per cosa vera da loro, che al tempo che noi entrammo nell’Indie, erano poco più di dugento e cinquanta anni ch’ era stata popolata. Cioè un mezzo secolo innanzi i viaggi; in quei mari del Polo; 759. Linguaggio per se. Questa favella è la Malaja, creduta quella degl’in