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no7’’. Quest isola è piena ili molte ricchezze. 11 pepe, noci moscate, spigo, galangà, cubebe, garofani, e tutte l altre buone spezie nascono in quest’isola, alia quale vanno molte navi con gran mercanzie, delle quali ne conseguiscono gran guadagno, e utilità, perchè vi si truova tant’oro ?23, che ninno lo potrebbe mai credere, nè raccontarlo, e il Gran Can non ha piocurato di soggiogarla, e questo per la lunghezza del viaggio,, e il pericolo di navigare: e da quest’isola i mercanti di Zaitum e di E in questo luogo ei parla degli Affricani della costa di Barbe ria. Dice poi Can. XL. Stan.’16. Astolfo dà F assunto al re de’ Neri Che faccia ai merli tanto nocumento. Appellò qui Neri quegli affricani perchè frano Etiopi. 721. Tributo ad alcuno. Abbiamo già avvertito di sopra che l’isola era divisa in due regni. 11 più potente era quello del Majapahit che fu distrutto dagli Arabi nel 1472, che introdussero nell’isola il Maomettismo. I Portughesi che vi approdarono nel i5i 1 trovarono a Bantam un re Indiano (Raffi, t. II. 1. c.). Non fa menzione il Polo di Maomettani in qnest’isola, come nella Giara Minore o Sumatra perchè non era la religione dominante nel paese. Dice il Raffles che nelle Storie Giavanesi i primi cenni che si abbiano di Maomettismo cadono nell’anno del Si’ gnore i25o. 722. Il pepe. Nella raccolta dei Viaggi degli Olandesi (t. II. p. 59 e seg.) fra le spezierie dell’isola non si parla nè della noce moscada, nè del garofano, ma bensì del pepe, del cubebe, della cannella salvatica, della galanga, del calamo aromatico, del gingembero, dell’areca, e del betel. Mail Raffles numera ancora frai prodotti di Giava la noce moscada, il garofano, il cinnamomo, e il pepe (Hist. of. Jav. t. I. p. 48 e 131). 725. Vi si trovatant’oro. II Raffles frai prodotti metallici di Giava non parla dell’oro (ibid. t. L p. 2.9), e celebre per le cave dell’oro è Bo.rneo, e non Giava. Ma nella citata raccolta dei Viaggi degli Olandesi (t. II. p. 5.) vi si legge: » les montagnes renferment de l’or, et l’ony voit les plus belles esmeraudes du monde ». Anche il Barbosa dice che a Malaca i Giavanesi recavano: » oro che nasce nell’isola della Giava » (Ramus. Nav. t, I.p.552 b). Potè dunque essere affermato al Polo come agli Olandesi e al Barbosa che erajivi cave d’oro nell’isola. Siccome i Giavanesi secondo il Raffles erano arditi navigatori, e facevano un gran trafficp di speculazione, potè accadere che trafficassero dei ricchi prodotti delle altre isole del vasto Arcipelago Indiano. 724. Non ha procurato di soggiogarla. Tale asserzione parrebbe smentire la nostra, relativa alla spedizione di Cublai Can contro Giava. Ma qui la Lezione Ramusiana è evidentemente errata: e ciò dimostrano il Testo della Crusca, e il Pi pi— niano. Nel primo leggesi (t. I. p.167) » Lo Gran Can non l’ha potuta conquistare v per lo pericolo del navicare, e della via si è lunga ». La Lezion Pipiniana è come segue. » Magnus Kaam nondum eam potuit oblinole ». E tali lezioni fanno coki. prendere che tentasse, ma non riuscisse nell’impresa.