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buoi, altri di porci, altri di cani, e di becchi, e di diverse altre maniere. Ve ne sono poi alcuni, che hanno un capo, e due volti. Altri tre capi, cioè uno nel luogo debito, e gli altri due sopra ciascuna delle spalle. Altri che hanno quattro mani, alcuni dieci, e altri cento; e quelli, che n’hanno più si tiene, ch’abbiano più virtù, e a quelli fanno maggior riverenza. E quando i Cristiani li domandano, perchè fanno li loro idoli cosi diversi, rispondono: cosi i nostri padri, e predecessori gli hanno lasciati, e parimente così noi li lasciamo a nostri figliuoli e successori. Le operazioni di questi idoli sono di tante diversità, e così scelerate e diaboliche, che sarìa cosa empia, abominevole a raccontarle nel libro nostro. Ma vogliamo, che sappiate almeno questo, che tutti gli abitatori di queste isole, che adorano gl5 idoli, quando prendono qualcuno, che non sia loro amico, e che non si possa riscuoter con denari, convitano tutti i loro parenti, e amici a casa sua, e fanno uccidere quell’uomo suo prigione, e lo fanno cuocere, mangianselo r’98 insieme allegramente, e dicono, che la carne umana è la più saporita e migliore, che si possa trovar al mondo. hero potuto sedere nella palma della mano dell’idolo sei Giapponesi. Il viaggiatore vide in altro tempo il simulacro colossale di Quanva con treuta mani, e altri simulacri di deità minori con venti mani (Voy. t. IH. p. 4’9)• 697. Così i nostri padri gli hanno lasciati. Narra il Marsden (n. 1148) che cosi appunto rispose un Indiano, cui fu fatta pari interrogazione. Cosi rispondono i nostri villici quando loro si simprovera una qualche pratica rurale contraria ai buoni principj d’agricoltura. 698. Mangianselo. Per quanto avverta il Kaempfero che sonovi alcune provincie del Giappone, ove più crudeli che in altre sono gli abitanti, enunciammo altrove (t. I. p. 155 n.) che I’ accusa che essi fossero mangiatori dei loro nemici la credevamo calunniosa, e ritrovato dei loro nemici i Tartari, e i Cinesi. Tuttavia nella relazione di quella contrada d’un autorevole testimone qual’era il Giapponese, Angero è detto che le donne povere usavano d’ammazzare i tigli, quando ne avevano molti, per non vederli stentare,e soggiunge:» questo peccato non ègastigato» (Apud Ram. t. I. p. 420 b). \