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."SOj quali uno era nominato Abbaccatan; e l’altro Vousancin, quali partendosi dal porto di Zaitum, e Quinsai, navigarono per mare, finchè pervennero a questa isola. Dove smontati nacque invidia fra loro, che 1 uno dispregiava d obbedire alla volontà, e consiglio dell altro, per la qual cosa non poteron pigliare alcuna citta, o castello, salvo che uno che presono per battaglia, peroche quelli eli’ erano dentro non si volsero mai reudere. Onde per comandamento di detti baroni a tutti furono tagliate le teste, salvo che a otto uomini, li quali si trovò ch’avevano una pietra preziosa incantata 69‘ per arte diabolica, cucila nel braccio destro Ira la pelle, e la carne, che non potevano esser morti con ferro, ne feriti. Il che intendendo quei baroni fecero percotere li detti con un legno grosso, e subito morirono. Avvenne un giorno, che il vento di Tramontana cominciò a soffiar con grande impelo, e le navi de’ Tartari, ch’erano alla riva dell’isola 692 sbattevauo insieme. Li marinari adunque consigliatisi deliil Generale Tartaro Mooko comparve sulla costa del Giappone con una flotta di 400 vele, montata dii 200000 uomini (si ravvisa la consueta jaltanza del vincitore di raddoppiarli) che vi spedi l’imperadore Si/su (i Cinesi appellavano Cubia i Chitsu,ma che i Carni, o dei tutelari dell’impero, i11itati del temerario disegno dei Tartari suscitarono una furiosa tempesta che distrusse la llotta clic credeasi invincibile. Moolo mori sommerso, e non si salvò che un piccolo numero dei suoi soldati (t. i. p. ytjo). tKffj Abbacatan, e /’ altro yonsancin. La Storia Cinese dice che Abahan parti per comandare l’impresa dei G appone,e che giunto nel porto ove doveu imbarcarsi mori. Che Atahai thè dovea comandare in sua vece giunse troppo tardi (11 st. G< n. de la C iin. t. IX. p. /|Oy). Arniot nomina generali della spedizione Fang-cun-hu, Si-tu, /lung-sa-tsieu, Li-tang, 1 siu-fan-tchetig • Secondo il Deguignes, mpitano dell’armamento navale fu llatahai (Ilist. des Huns- t. IV. p. 173). 6()i. Pietni preziosa incantata. La favola digli uomini fatati è antichissima: secondo Omero fatato er’ Achille, secondo I’ Om re» Ferrarese, Ferrari ed Orlando. Il Marsden a «ju.slo luogo riferisce un fatto che r.ic onta il ll.irros: che un capitano Vla’aio non p- tè essere ucciso col ferro, sinchè non gli fu levato un monile d’osso J’un animale che app Ila Cabli chcavca la virtù d’impedire lo »gorgo del sangue, monile prezioso che iu donato all’A Ibucjucrque (De. 11. p. i’i[))• !• 15a r bovi dice degli obliatiti della Ciava M iggiore: y sono grandissimi incantatori, v e negromanti, e lamio armi in alcuni punti e ore, ohe dicono che chi le porta «ddosso non può essere ammazzato dall’armi d’altri ’ (Kain. ISav t. I p. 557 b). Ambedue 1 racconti s^no favolosi, ma giustificano che il Polo non è stalo l’inventore eli questa (avola, e » l»e vi ai dava fede da uomini gravi, anche tu: secoli dopo di lui. Alla riva doli isola. La fortuna di mare battè il navilio dei Tartari iu 4;