C A P. LXXVII.
Della città e porto di Zaitum: e città di Tingili.
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Partendosi da Cangiti, passato ohe si ha il fiume 661 camminando per Scirocco cinque giornate di continuo, si truova terre,
castelli, e grandi abitazioni ricche, e molto abbondanti di ogni
vittuaria: e camminasi per monti, e anco per piani e boschi
assai, nelli quali si truovano alcuni arboscelli, da quali si raccoglie la canfora (>fi2. E paese molto abbondante di salvaticene:
sono idolatri, e sotto il Gran Can della giurisdizione di Cangiti,
e passate cinque giornate, si truova la città di Zaitum GG3 nobile
(36r. Passato che si ha il fiume. Conviene infatti passare il fiume per recarsi
da Fu-tcheu a Siven-tcheu.
662. Canfora (V. t. 1. p. 148 n.)
665. Zaitum. (Cod. Ricc.) Zairen. (Cod. Par.) Zartan. Migliore d’ogni
altra e la Lezione Ramusiana, che viene confermata dal B Oderico che appella quel
porto ove sbarcò per recarsi alla Cina Zajton. Li dice: » est civitas in duplu major
Bononia, in qua multa sunt monasteria religiosorum, qui universaliter idola
colunt >;. Di un celebre tempio di Fo esistente a Siven-tcheu parla il Martini,
il quale crede che vicino a detta città fosse quella detta Zaitum dal Polo, perchè
cinque giornate distante da Fu-tcheu è Siven-tcheu, e perchè ivi si trovano monumenti
Cristiani, i quali dimostrano che i Cristiani frequentavano quella contrada (All. p.
15?)Infatti dice il B OJorico:»in qua nosFralresMinores habemus duo loca,ad quae
portavi ossa nostrorum Fratrum Minorimi, qui passi fuerunt martiryum prò fide
Chiisti >>. Dunque nel ó5o eranvi di già Missionari Cristiani, ed ecco perchè
ivi trovansi monumenti (L:og. B. Odoric. p.66). Fra Andrea da Perugia mari a inlatti in una lettera riferita dal WaddingO » Estquaedam magna eivitas juxta Mare
Oceanum, quae vocatur lingua Persica Cajton (Zaiton), in qua civitate una
>> dives domina Armena Ecclesiam erexit, preclara in salis et grandem, quam quidein de ipsius voluntate per Archiepiscopum, in Cathedralem erectam cum coin.
>> petentibus dotibus, fratri Gerardo Episcopo, et fratribus qui cum eo erant
donavit in vita, et in morte reliquit, qui primus eandqm cathedram suscepit. »Dopo di questo fu fatto vt.scovo di Zuiton fra Pellegrino, indi ’esso fr. Andrea da
Perugia, che scrisse al suo provinciale nel i326 (Wadd. Ann. Fr. Minoi. t. VI],
p, 6’)). Fra le alt.e cose importanti leggesi in detta I citerà che » in islo vasto Imperio sunt gentes de ornili natione, quae sub coelo est, et de omni secta, et conceditur omnibus, et singulis vivere secundum sectam suam „ Ei soggiunge » Vivo
ì» de elemosina Regi a memorata, quae juxta mercatorum januensium aeslimationem, ascendere potest annuatim ad valorein centum ilorenorum aureorum velcirciter,,. Dunque ivi venivano dei Genovesi per terra. Ne meno mirabile è il fatto che
un principe gentile pensionasse missionari cattolici, 11011 geloso di pervertirli, ma