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delta città vi sono tre ponti bellissimi65’, perchè sono lunghi più di cento passa l’uno, e larghi otto, di pietra con colonne di marmo. Le donne di queste citta sono bellissime, e vivono con gran delicatezza. Hanno grau copia di seta, la qual lavorano in diverse sorti di drappi. Item panno bombagino di fìl tinto, che va per tutta la provincia di Mangi. Fanno gran mercanzie 035, e hanno zenzero e galangà in gran quantità. Mi fu detto, ma io non le viddi, che si trovali certe sorti galline Ga6, che non hanno penne, ma sopra la pelle vi sono peli negri, come le gatte, che è una strana cosa a vederle, le quali fanno uova, come quelle de’nostri paesi, e sono molto buone a mangiare. Per la moltitudine de’ leoni che si truovano, il passar per quella contrada è molto pericoloso, se non vanno in gran numero le persone. CAP. LXXV. Delia città eli Ungiiem Gb~J. O Da Queliufu partendosi, fatte che s’hanno tre giornate, vasto e comanda a sette città. I Tartari Mmciusi la danneggiarono crudelmente per essersi d.i loro ribellata, vi appiccarono il fuoco, e ne passarono gli abitanti al fil di spada f Lat. 27.0 3. Long. Orient. 1.° 5y.’ Du Hald.) 654. J’re ponti bellissimi. Due Soli ne esistono oggidì sul Min dopo l’avvertita rovina della cittó. Il primo è coperto; ha dai due lati case e botteghe: le pigne del p-mte som» altissime e di pietre conce, il rimanente è di legno. Il secondo detto (ho-kmu è magnifico, ed è fabbricato neUe vicinanze di Kien-yang: la sua lunghezza è tale che contiene settanta tre botteghe, e ancor esso è coperto (Mai t. I.c.). 655. hanno gran mercanzie. Secondo il Martini la città non è di lle meno inoriantili, e siccome il fiume che la bagna cessa ili essere navigabile a Paotching-hien ’ he è distante tre giornate di cammino dalla citta, vi si sbarcano le merci, e diecimila l’.ic bini le trasportano a spalla per una via alpestre e scoscesa a detta città, e di li riportano altre mnei (Mart. I. c. Dj Hald. t. I. p. i5ti). 656. Certe sorti di g<dlme (V. t I. p. 147 n.). II 11. O Icrico che da /.aiton si recò a b’u—tcheuj chc esso appella J’u-zo.» in «pia (ci dice) sunt majores gallinae de v mundi», al ae ut nix, non habentes pennaa sed lanam solum ut prcus » (Llog. PatS- W».). . Unguem. D illa direzione, dalla distanza itineiaria, si ravvisa essere la Città di L-ki hien o Yaeuki-hien secondo il Martini, a ine 1./.odi Ui ienping-fu, capitale dii quinto circondario della provincia di b’okien dulia «piale dipende la miiuiv-uUta I -ki-luen. fecondo la Carta particolare della provili» ¡a è distante 55