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specie ire e un terzo per cento. Similmente del vino, che si fa di risi. Delle dodici arti, che abbiamo detto di sopra, che hanno dodicimila botteghe per una. Item tanti mercanti, che portano le loro robe a questa citta, e da quella ad altre parti per terra riportano, ovvero traggono fuori per mare, pagano similmente tre e un ter2o percento. Ma venendo per mare, e di lontani paesi e regioni, come dell indie pagano dieci percento, e similmente di tutte le cose che nascono nel paese, così animali, come di quel che produce la terra, e seta, e’ si paga la decima al re, e iàtt’il conto in presenza del detto M. Marco, fu trovato, che 1 entrata di questo signore nou computando 1 entrata del sale, detta di sopra, ascende ogn’anno alla somma di 210. tomani, e ogni toman, com’ è detto di sopra vale ottanta mila saggi d oro, che saria da sedici milioni d’oro, e ottocento in ila,i39. CAP. LXX. Della città di Tapinzu. Punendosi dalla città di Quinsai si cammina una giornata verso Si rocco di continuo trovando case, ville, e giardini molto b’ Ili, e dilettevoli, dove nasce ogni sorte di viltuarie in abbonii. inza, e poi s arriva alla citta di Tapinzu 6^° molto bella, e fiume di //jng-tcheu vide molti campi a cultura coperti di canne saccarine, che era’ no quasi giunte alla maturità. Fu osseivatoche i nodi delte medesime erano distanti sei pollici, e che quelli delle Antdle lo sono a quattro. Hanno i Cinesi i mulini da zucchero che lo Staunton descrive (Afacart. Amb. t. IV- p 197). 63g. òedici milioni d’oro, e ottocentomila. Questa rendita di sedici nullioni e ottocentomila zecchini, procacciò al Polo la taccia d’esagerato, e il soprannome derisorio di milione a lui, non meno che al suo libro. Ma fa d’uopo confessare che se intea»’ di favellare come sembra indubitato di tutte le entrate dell’Impero dei blandi come ei lo appella, o dello Stato posseduto dai òong, non è la sua asserzione in verun modi esagerata. II Yun-nan era allora staccato dall’Impero della Cina meridionale, ma vi etano compiere tutte le altre provincie d> 1 mezzodì. Che intendesse di pai Lire della totalità dell’impero dei Song parmi che si deduca, da ciò che ’i dice. » Ora parliamo alquanto delle entrale, che ha il Gran Can della città di Quinsai e delle altre a quella aderenti »: ed anche dal nuture che del sale ne forti v uno cinque altri fegni della detta provincia, ove parla della rendita che dava il sale. •’4(0. Jnytnzu. Sarebbe difficile anche congetturalmente lo stabilire qual fosse | ciiu, d p,i non facesse menziona di /.rn^ian, che dimostreremo essere