C A P. XXXVII.
De!Jet gran provincia ilctl a Thebeth.
Questa provincia chiamala ’1 Imbellì •’»a6 è molto ilisirutln,
42G. Thebet. Questa denominazione è del lutto ignota ai nativi, come il
nome di Cina ai Cinesi. Gli altri popoli orientali ne’ loro vari dialetti nominano questo paese ’li-bel, "Tobet, l’obil, Tobi, Tibet, (Georg. Alph. Thibet. p. 12).
I Cinesi lo appellano Tu-pe-te (Arniot Mein. sur Ics Chili, t. XIV. p. i32).
Altri dicono ch’ essi appellano Tsang delta contrada, ed anche Sy-Tsang, o
contrada a occidente, poichè tanto suona la voce «£1 in Cinese. E anticamente
fu delta anche Sy-fan, e Paruntala o Tarantola (Lctt. Edif. t. XXIV- p. i).
Secondo il Giorgi appellano i Tibetani il loro paese Poi o Pont aggiuntavi
la parola jid, che significa paese, quasi volessero significare paese di llud o
Bttdda, che essi appellano Paul, perchè mancano della lettera B (ibid p- 4)•
II Malte Bruii crede derivato il nome Tibet dalle voci Ten-but che significano
regno di Bui. Ma a tutto ciò sembra contradire indirettamette il Turner, il
quale afferma che essi appellano il loro paese Pine o Piuccoachim che significa paese verso il settentrione: e il loro nume Budda, Maha o Manie (Voy.
au Tibet t. 11. p. 79). l’estensione di quel paese secondo i Cinesi è da oriente
a occidente di G400 Ly o di G.jo leghe. Da mezzodì a settentrione di 65oo
Ly, o 65o leghe, imperocchè valutatisi 200 Ly al grado di 20 leghe marittime. 1
confini di quel reame ad oriente sono il Se-tchuen, a scirocco V Yun nan, a
occidente si estende sino ai deserto renoso detto Ta-cha-liai o mare del
sabbione. A tramontana confina al Tsing - Hay, o paese di Coconor (Lctt.
Edif. 1. c.). Questo paese incomincio ad essere rammentato dagli Occidentali
verso il V. secolo. Fa menzione del muschio Tibetano Cosma Indicopleuste, e
secondo Simonc Zelo l’ottimo muschio veniva dal paese detto Taltur’ ch’ è
chiaramente il Tibet. Il Malte Brun commenda l’articolo negletto del nostro
viaggiatore, e lo afferma più istruttivo delle relazioni comparse alcuni secoli dopo
di lui. Ed iti ciò convengo pienamente col dotto Geografo. Non so poi perchè
ei dica il Tibet misteriosa contrada, culla di varj religiosi sistemi, mentre
ciò non resulta dalla preziosa Croniclietta Tibetana data dal P. Giorgi, che
quasi tutta si ravvolge nel segnare le epoche e le vicende dell’idolatria del
Tibet. Ivi è detto, che il primo legislatore di quelle genti GniathrilzhengO
appurò ai rozzi montanari pastori l’agricoltura, le arti, gli istituti del viver
civile. Non vi sono segnati altri fatti sino all’epoca della natività del Signore.
Questa cronaca sembra non discorde dalle memorie Cinesi intorno a quella
contrada. Sino dopo la dinastia de’ 7’sin che fini il quarto secolo dell’E. C. la
storia non dà alcuna distinta notizia del Tibet. Allora un principe vi formo un polente stato, noto col nome di Tufan; c Long-han principe della detta dinastia fu il
primo a inviare ambasceria alla Cina verso l’anno G54. Ei sposo poscia una
principessa Cinese, maritaggio di cui fa menzione anche la Cronaca Tibetana
del Giorgi. 11 potere dei re di Tufan, o del Tibet, mantennesi due secoli, ma
cadde in rovina verso l’anno 907, e il Tibet si suddivise in piccoli stati (Lett.
Edif. 1. c.). Sembra indubitato che il Cristianesimo vi penetrasse nel sesto
secolo, poichè gli orientali scrittori rammentano i Cristiani di Barantola, del
rangut, del Thebet (ibid. p. 7). Sembra che il culto di Budda vi penetrasse
nella seconda metà del secolo primo dell’E. C. Il Buddismo fu perseguitato
da un re Tibetano, e soltanto nel terzo secolo fu fatto venire un Gran Lama