vendono un grosso Fimo, a chi li vuole comprare per sapere le cose
future, e quelli, che sono trovati aver detto più il vero, sono
tenuti maestri più perfetti nell’arte, e conseguiscono maggior onore. Item s’alcuno preporrà nell’animo di voler fare qualche grande
opera, o d’andar in qualche parte lontana per mercanzie, o qualch’altra sua faccenda, e vorrà sapere il fine del negozio,, anderà
a trovare uno di questi astrologhi, e li dirà guardate sopra li vostri libri in che modo or’ ora si ritrova il cielo, perdi io vorrei
andare a far il tal negozio o mercanzia. Allora l’astrologo gli dirà,
che oltre questa domandali debba dire, l’anno, il mese, e l’
ora che nacque, il che dettoli vorrà vedere come si con fa uno he
constellazioni della sua natività con quelle, che nell ora della domanda si ritrova il cielo, e così li predice, o bene, o male che
gli ha da venire, secondo la disposizione in che si troverà il cielo.
Ed è da sapere che li Tartari numerano il millesimo de’ loro
anni 382 di dodici in dodici: e il primo anno è significato per il
persone per ordinare il Calendario che si rinnova tutti gli anni. In questi Almanacchi sono numerati i mesi Lunari, de’quali talvolta ne cadono dodici, talvolta
tredici e ne stabiliscono la concordanza coi mesi solari. Ivi sono segnati gli equinozj, i solsti/.j, le eclissi lunari, le solari, per Pekino e per le altre capitali delle
provincie, il corso dei pianeti, il loro luogo nello zodiaco, le opposizioni, le congiunzioni di essi, il loro avvicinamento alle stelle. E le più singolari indagini astronomiche vi sono esattamente notate. A tali positive notizie sono intrecciate molte
visioni d’Astrologia giudiciaria inventate dall’impostura, e gustate dall’ignorante e superstizioso popolo; a cagione d’esempio i giorni infausti, o avventurosi per maritarsi, per fabbricare, per trafficare, per imptendere un viaggio, e il
popolo dietro tali suggerimenti regola le sue faccende. L’Imperadore, e la gente’
colta non curano tali prognostici ( Nouv. Relat. t. HI. p. 377).
582; Numerano il millesimo dei loro anni. Il Ciclo Tartarico è di dodici
anni come il Cinese, dai quali probabilmente l’hanno tolto i primi. Ma i Cinesi
hanno inoltre il ciclo sessagenario, che secondo essi è della più remota antichità, di cui dicono l’inventore un certo Te-nao contemporaneo dell’Imperadore Hoang-ti. Il loro primo Ciclo pretendono che incominciasse in un anno
corrispondente al 261)7 avanti l’Era Cristiana: ed ora correrebbe per essi il sessantesimosesto ciclo. Questo ciclo è composto di dieci caratteri che appellano CheKnn o i dieci tronchi, e di dodici altri detti Che-cutli-tchi, o i dodici rami
(Hist. Gen. de la Chin. t. XII. p. 5.). Al primo anno del loro ciclo danno un
nome composto delle due prime voci delle due serie, e perciò lo appellano
Kia-tse: e seguono nello stesso ordine sino all’undecimo e duodecimo anno in
cui occorre all’undecima e duodecima voce della serie dei segni dodecennali
unire il primo e il secondo segno dell’altra serie, e intercalandosi ogni anno
nuovi caratteri, non accade che dopo sessant’anni compiuti che nel sessagesimo