e nelle poste, che son fuor di strada il Signore tiene in parte suoi
cavalli, e in parte ve gli tengono le citta, castella, ville lì propinque. Ma quando è di bisogno, che i nunzj del Signore affrettino il cammino, per causa di fargli intendere di qualche terra che se gli sia ribellata, o per alcun barone, o altre cose
necessarie, cavalcano in un giorno ben dugento miglia, o dugento
cinquanta: e fanno così quando vogliono andare con grandissima
celerità, portano la tavola del girifalco in segno, che vogliono
andar velocissimamente. Se sono due, e che si partono d’un
medesimo luogo, quando sono sopra due buoni cavalli corsieri,
si cingono tutt" il ventre, e si rivolgono il capo, e si mettono a
correre quanto più possono, e come sono appresso gli alloggiamenti suonano una sorte di corno, che si sente di lontano, acciocchè preparino i cavalli, quali trovati freschi, e riposati, saltano
sopra quelli, e così fanno di posta in posta sino a sera, e in tal
guisa potranno lar in un giorno da dngentocinquanta miglia e
s egli è caso molto grave cavalcano la notte, e se non luce la
luna, quelli della posta gli vanno correndo avanti con lumiere
sino all’’altra posta. Nondimeno i detti nunzj al tempo di notte,
non vanno con tanta celerità, come di giorno, per rispetto di
quelli y che corrono a piedi con le lumiere, che non possono essere così lesti, e molto s’apprezzano tali nunzj, che possono sostenere una simil fatica di correre.
CAP. XXI.
Dcìle provvisioni, che fa il Gran Cari in tulle le sue pròvuu ic in tempo di carestia, o mortalità d’animali.
il Gran Can, manda sempre ogn’anno suoi nunzj, e proveditori per vedere se le sue genti hanno danno delle loro biade,
per di fello di tempo, cioè, per cagione di tempesta, o di molte pioggic e venti, o per cavallette3?’, vermi, o altre peslilen>71. O per cavallcllc. 9 La peine et lM travaux d« ce’ pauvres gens
f le» laboureurs), devient quel juc fois inutile, sur toul en certaines provin’’ ce» par la multitude de» sauterelles, qui ravagent leurs campagnes > c’est un’
fle.iux terrible, a eu juger par ce que rapporte un auteur Chinois. On cri
’ vu.t, dit-il, une multitude ctunnautc, qui couvre toul le ciel. Llles sunt si
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