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questo per la moltitudine della gente che quivi dimora di continuo, per causa della corte: e quivi si vendono piti mercanzie, elle in alcun altra citta, perchè ogni giorno v’erttrano più di mile fra carrette, e some di seta 3i3: e si lavorano panni d’oro, e di seta in grandissima quantità: e intórno a questa città vi sono infinite castella,, e altre città, le genti delle quali vivono per là maggior parte quando la corte e quivi, vendendo le cose necessarie alla citta, e comprando quelle che a loro fa bisogno. CAP. XVIII: Della sorte della moneta di carta che fa fare il Gran Can, qual corre per tutto il suo dominio. In questa città di Cambalù è la zecca del Gran Can, il quale veramente ha l’alchimia, perocchè fa fare la moneta iu questo modo. Egli fa pigliare le scorze degli arbori mori35^ le foglie de’ quali mangiano i vermicelli che producono la seta e tolgono quelle scorze sottili, che sono tra la scorza grossa, e il fusto dell’ albero, e le tritano e pestano, e poi con colla le riducono in forma di carta bambagina, e tutte sono nere, e quando son fatte, le fa tagliare iu parti grandi, e piccole e sono forine di moneta quadra, e più lunghe che larghe. Ne fa adnnqrie lare una piccola, che vale un denaro d un picciolo tornese, e l’altra d’un grosso d’argento Veneziano, un’altra è di valuta rii due grossi, un’altra di cinque, di dieci, e altra d’un bisante, altra rii due, altra di tre e così si procede sin’al numero di dieci bisanti, e tulle queste carte, ovvero monete, sono fatte con tani’autorità e solennità, come s elle fossero d’oro o d argento puro, perchè in ciascuna moneta molti officiali, che a «pesto sono deputali, vi scrivono il loro nome, ponendovi cias553. Som»• di seta. A tutti è noto, ilice il Magaillarut, l’abbondanza e bon’tà della seta delLi Cina. Non »’ingannaiono gli antichi rhe l’appellarono il regno della «età. lutti «otto e Aopra vestono di seta. Trecento sessanta cinque bar« he di seterie lavorata mandano alla corte le due provincie di Narv-kin, e »li Iclie-kiung. A ciò è da aggiungere Le ccnlinaja di migliaja di libbre «li setu greggia o lavorata, che le altre provincie pagano «li tributo al re (l. c. p. 17»). 3r>/,. Scoria degli arbori Muri. Intorno a detta carta vedasi (t. I. p. 8«)i Dot. a).