ciascuno ha un richiamo, e un cappelletto, per chiamare, e tenere gli uccelli. E quando il Gran Signor comanda che si gettino gli uccelli, non accade, che quelli che li gettano abbino a
seguitarli, perchè li sopraddetti guardiani così bene li custodiscono, che non volano in parte alcuna, che non siano presi, e se
bisogna soccorrerli, subito li guardiani gli soccorrono. E tutti
gli uccelli del Gran Can, e degli altri Baroni hanno una piccola
tavoletta d’argento, legata alli piedi, nella quale è scritto il nome di colui di chi è l’uccello, e. chi l’ha in governo. E per questo modo, subito che l’uccello è preso, si conosce immediate
di chi egli è, e ritornasegli: e se non si sa, ovvero perchè quello,
che l’ha preso non lo conosce personalmente ancor che sappia il
nome, allora si porla a un barone nominato Bulangazi 345, che
vuol dire custode delle cose, delle quali non appare il padrone. Perchè se si trovasse alcun cavallo, ovvero spada, ovver’uccello, o qualch’ altra cosa, e non fosse denunciata di dii si sia,
subito si porta al detto barone, il quale la toglie, e la fa custodire diligentemente. E s’ alcuno trova qualche cosa, che sia
persa, e non la porti al Barone, è riputato ladro. E tutti quelli,
che perdono cosa alcuna, vanno da questo Barone, il qual gli
fa restituire le cose perdute, e questo Barone sempre dimora in
luogo più alto di tutto l’esercito, con la sua bandiera a questo
effetto, acciocchè quelli, che hanno perso le loro cose lo possino
veder chiaramente tra gli altri; e in questo modo, non si perde
cosa alcunaj che nou si possa recuperare. Oltre di ciò quando
il Gran Can và a questa via appresso al mare Oceano, allora si
veggono molte cose belle in prendere gli uccelli, di modo che
non è sollazzo al mondo, che a questo possa eguagliarsi. E il
Gran Can sempre và sopra due elefanti, ovvero uno; specialmenv
te quando và ad uccellare per la strettezza de’ passi, che si trovano in alcuni luoghi, imperocchè meglio passano due, ovver’uno,
che molti: ma nell’altre sue faccende va sopra quattro, e sopra
345. Bulangazi. Leggesi nel nostro Codice Bulargugi, cioè guardiani delle
cose che si trovano (t. I. p. 84). N on accadde nè al Marsden (Not. 649) nè
a me di trovare rammentata la voce da altro scrittore. Plano Carpini (Apud.
Berg. p. 38) dice: » se alcun capo di bestiame è stato perduto, chiunque lo
trovi, o lascialo sul posto, o lo conduce a coloro che sono destinati a ciò:
coloro cui appartiene, richiedendolo, gli vien restituito subito senza difficoltà ».