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quiv 169 i è situalo il suo «ran O P jlagio 3.4 appresso ÌA era appellata Pekin, come oggidì, che significa Corte Settentrionale, e ciò per distinguere quella città da Aankin, che significa Corte Meridionale, ove prima di passare a tìang~tcheu risiedevano i Song, o i signori natii della Cina, che furono spogliati della parte settentrionale del loro Impero dai Tartari Kit ani, o Caldini, che per più secoli signoreggiaronla. E la parte di cui divenner signori ebbe nome da loro di Catai. Questo Catai comprendeva tutte le provincie della Cina, che sono a settentrione del fiume Kiang. Talchè la residenza degl’Imperadori Cataini fu appellata Pekin, o Corte Settentrionale, quella dei Song-Nan-Kin o Corte Meridionale. Tali appellazioni non erano più adattate ai tempi di Cublai-Can, perchè esso divenne signore di tutta la Cina. Pekino fu saccheggiato e quasi distrutto allorchè lo assediarono i Tartari condotti da Mangu-Can nel i2i5. Fecevi accanto rifabbricare una magnifica città Cublai-Can nel 1267, e vi stabili la residenza Imperiale, come si legge nel Deguignes (t. IV. p. 246) e neiia Storia Generale della Cina (t. X. p. 12), e la città fu appellata Ta-tu-fu ed anche semplicemente Ta-tu (Visdel. p.9), che significa la Gran Corte (Magai!. p. 7). Conferma Gaubil che il Gran Can vi risiedeva negli ultimi mesi dell’ autunno e nei primi dell’inverno (apud Souc. ’. I. p. 197), e afferma che coi" risponde alla più gran parte della attuale città, di Pekino. Anche il Polo fa menzione di Ta-tu, o della città nuova con leggera alterazione di vocabolo, poichè ei l’appella l’aidu (Lib. 1 c. 7). Ma poi ambedue le città per essere accanto furono dette congiuntamente Ta-tu, o Ta-tu-fu. jij. Catajo verso Greco. Esattissima è la posizione indicata dal Polo di Pekino. \e’tempi a lui posteriori per non avergli studiosi sentito rammentare nella Cina una città di Cambalu, nè un regno del Catajo, si accese non por a tituba/ione intorno alla fedeltà dei racconti del Polo. Non si dileguarono tali dubbi ingiuriosi, che allorquando il Mullero ebbe scritta la sua dotta dissertazione che ha per titolo:» Disquisiti«.» Geographica et llistorica de Chataja»(Berol. 1671. 4-°)i e allorchè fu spedito l’infelice Padre Benedetto Goez dai Gesuiti di l^.nor nell’India a cercare il Catajo, che riconobbe essere la Cina Settentrionale. Di questo celebre viaggio oltre il Padre Ricci che ne pubblicò il poco ordinato Diario, ne diede un succinto ragguaglio il Padre Semedo (Ilist. Uni ver. de la Chin. p. 2j). La storia da noi tessuta delle vicendevoli relazioni dell’Asia, e dell’Europa toglie ogni dubbio intorno ad argomento altra volta tanto discusso. 5i4’ Palagio. Questo Palazzo rimase incendiato nel 1400 (Mail. Alias Sin. p. ?.!>). Sappiamo dagli Ambasciatori di Sbafi llock elle occorsero di« ¡.innovi: anni per rifabbricarlo. Essi nel r 4 > ‘s> trovarono a Kambalek, <» Cani hai u allorchè vi si recò I’ Imperatore per la prima volta per celebrarvi la festa del nuovo anno (Hi st. Gen. des Voy. t. VII. p. 5i<»). L’attuai Palagio secondo il Martini ha doflici stadi o f.i Cinesi periato, ossia tre miglia d’Italia (ibid. p.24). Secondo Magai Hans, che l’ha minutamente descritto, il suo recinto ha il doppio (Nouv. i)« »«:rip. p. ’¿7«)). Secondo il Polo il giro dell’antico era ili \ miglia. Il I’. Oderico di<e che in Cainhalcch: » pallacium magnimi hab«l (il Gran Can), < ujus muri «ir« uunl «juatuor miUiaria, infra q.iod.spinino multa alia pulirà ’ p illa’ ia aiiiiI ». I,«- dimensioni date «lai B. Odeii««» som» le m«’<leHme di quel!• imi.t,ile dal M. il ini, lab he pare che il nuovo palazzo lo.sr rifabbricato 2 4