LIBRO SECONDO
C A P. I.
De maravigliosi fatti di Cablai Cari, che al presente regna, e della battaglia, che egli ebbe con Najani suo barba, e come vinse.
0»’a nel libro presente vogliamo cominciar’ a trattar di tutti i
grandi, e mirabili fatti del Gran Can, clie al presente regna detto
Gublai Can 285, che vuol dire in nostra lingua Signor de’ Si285. Cublai Can. Secondo Visdelou scrivono questo nome i Mogolli Hhu bi-lai, che significa in quella favella officioso. Secondo il Padre Amiot il suo
vero nome è Kobilai (Recherches sur les Chin. t. XIV. p. 62 not.). La forte
aspirazione della prima lettera di questa voce fu espressa col K, e col C
allorchè fu traslatato il suo nome nelle altre favelle. Esso era il quinto figlio
di ’Iblei Can, u Tuli Can figlio di Gengiscan e della principessa Kiekechi c
nacque nel 1216 (Hisl. Gen. de la Chin. t. IX. p. 282). Allorchè morì iHangu
suo fratello, signore di tutti i Tartari, nel Se-Tchuen o di febbre, o di ferito, intorno a che corre disparere fra gli storici, era Cublai occupato in una
spedi/ione nell’Hou-Kuani. Appresa la morte del Gran Can, abbandonò 1 impresi e in diligenza rocossi a Chantu ove fu proclamato linperadore (Visdelou
Sappi. a Herb. p.). Non lo rammentano però le Storie Cinesi qual legittimo signore della contrada, che allorchè ebbe distrutta lu dinastia dei Song c
soggiogata la Cina intera. Ebbe dai Cinesi titolo di onore di Chitsu che
significa l’avo dei secoli. A seconda delle passioni fu giudicato questo grand’
uomo. Gli Storici Cinesi esagerano i vizj di lui, e ne tacciono le virtù. Meritò il rimprovero fattogli di essere stato superstizioso, d’aver prestata fede
agli incantamenti dei Lama: ma come si legge nel Polo, fu tollerantissimo per
tutte le religioni. Rimproverangli i Cinesi di aver data troppa autorità ayli stranieri, e alle genti d’Occidente, e sopratulto ai Maomettani che amministravano
le pubbliche rendite, e smungevano i popoli. I Tartari lo tengono in faina
d’uno dei loro più grandi imperanti. Perdonò al fratello ribelle, represse la
raparia e crudeltà delle sue genti. Esso adottò la Legislazione Cinese, scelse
per principal ministro Va - Ku < he apparteneva alla nazione «la Ini debellata. Creò il supremo tribunale detto Uan-Cin, e lo compose dei più (listinii
personali dell’Impero. Richiamò i letterati di ogni contrada, fece tradurre
in Mugolio i libri religiosi i più reputati dell’Indic, del Tibet, della Cina. Rettificò 1 Alfabeto Mugolio (Ilist. Gen. de la Chin. T. IX. p. 310). Ordinò che si
sirivi-5’ii- |,i Moria della dinastia dei Km e ilei suoi predecessori i Mobilili:
thè fossero fatte osservazioni astronomiche, che riuscirono assai esatte, per opc20