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iv

rammentato Proemio, ed anche per riconoscenza pe’ due illustri Veneti: imperocchè i loro sorprendenti viaggi, aprirono la via ai luminosi scoprimenti del figlio. Infatti ammirabile fu il loro ardimento, la loro costanza, di traversare pressochè tutta l’Asia, commettendo la sicurezza delle loro persone agli efferati Tartari.

Narra il figlio, che i due Poli seniori, recaronsi in Costantinopoli pe' loro traffici, e dimorativi un tempo passarono in Soldadia, o Sudak1. Ivi dimorati un tempo risolsero recarsi alla corte di Barka, o Bereke Can2, che risedeva in Bolgara, ed in Assara, che secondo la costumanza tartarica, aveva cioè, due residenze, l'iemale e l'estiva, Bolgari questa., Sarai sull'Actuba quella3. I Poli nel recarsi a Bolgari, siccome il figlio dice che vi andarono per terra, doverono traversare la penisola di Crimea, e l'ismo che la congiunge alla Piccola Tartaria, detta allora Gazaria, e di lì prender la volta del Don, e lungo il detto fiume, ed il Volga, recarsi a Bolgari, facendo parte della via medesima de viaggiatori Gmlin e Lepchin, per Cutori, Zaplava, Zarizin, Zaratof. Le rovine di quell’antica dominante, veggonsi tuttora novanta verst a tramontana di Simbirsk, in faccia all’imboccatura della Cama nel Volga4.

Di lì risolsero i Poli tornare in patria, ma a riprendere la diritta via, era loro d’ostacolo la guerra accesasi fra Barca e Ulagu, signore dei Tartari di Levante, o della Persia. Perciò i due viaggiatori furono consigliati d’andar tanto alla volta di levante, che circondassero il regno di Barca. Essi si giovarono del salutare avviso, e giunsero ad una città detta Uchaca, cioè Okak sul Volga, a mezzavia fra Bolgari e Sarai5, che ai tempi di Abulfeda era confine della signoria dei Tartari del Captchac, e di lì si recarono a Boccara. Ala il cenno che dà il figlio nel Proemio, non basterebbe a dichiarare la via che tennero per recarvisi; se circuirono i litorali

  1. T. ii. not. 4.
  2. Ibid. not. 5.
  3. Ibid. not. 6.
  4. Decouvert. des Russes., t. i. p. 473.
  5. t. ii. not. 8.