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XLVI S T O R I A

Cina, cessarono quelle denominazioni distinte di Catajo, e di paese dei Mangi, e per le rivoluzioni accadute nelle altre parti dall’Asia, mutarono i regni rammentati dal Polo, quasi tutti nome e confine.

LVI. Mentre la potenza dei Gengiscanidi, era da ogni parte assa- An. 1556. lita, nacque nella Transossiana Timur Beg, più noto sotto nome di Tamerlano. Quantunque padrone di picciola signorìa, smisurata ambizione aveva di dilatarsi in fama, e in potere. Disceso per femina da Gengiscan, quel conquistatore volle imitare. Dotato d’animo audace ed intrepido, fecondo d’espedienti nelle trattazioni politiche, non meno che nelle spedizioni guerriere, persuase a non pochi signori Tartari suoi vicini di riconscerlo per loro capo. Alcuni pacificamente il consentirono, domò colla forza i recalcitranti, e s’impadronì in tal guisa di tutta la Transossiana. Il suo crescente potere aprì larghe speranze ne cuori de’ venturieri Tartari e Turchi, che inondavano l’Asia. Affe- zionogli al suo nome colla preda e cogli onori, e con severità, non di rado tirannica, incutè ai suoi, ed ai nemici terrore. Facendo scorrere il sangue a rivi, s’impadronì del Gorassan , della Cauresmia , di parte dell’India, della Persia, dell’Asia Minore , della Giorgiania, della Ca- ramania, e di tutto il paese vastissimo fra il Caspio, l'Eussino , e il Mar Ghiacciato compreso . Nel recare la guerra verso le parti di tramontana , i suoi luogotenenti distrussero 1’ emporio celebre della Tana, con danno gravissimo dei Genovesi e dei Viniziani. Gli ultimi vi fecero una perdita valutata 120000. ducati d'oro (a). Da indi in poi quell’ opulentissima città , centro dei truffici asiatici nel medio evo , cadde nello squallore in cui trovolla Giosafa Barbaro . Mentre Timur meditava di conquistar la Cina, la morte che doma ogni umana superbia, troncò il corso dei suoi trionfi . LVII. Il potentissimo imperio da lui fondato, si suddivise rapidamente, e rigettò l’Asia nei consueti sconvolgimenti, tornò ad essere mal sicura ai trafficanti, e ai viaggiatori, e specialmente ai Cristiani, perchè i Tartari di Zagatai, di Persia, e del Kaptchack avevano abbracciata la legge di Maometto, e insiememente l’intolleranza di quella setta . Perciò poche sono le relazioni, che si hanno dell’ Asia del secolo XV. Lu Spaguuolo Clavijo, spedito Ambasciatore a Tamerlano da Enrico HI. re di Gastiglia nel i4o3. di quel celebre conquistatore, scrisse le storia (1). (a) Marin. Stor. del Comm. dei Viniz. t. vii, p. 1 lo. (1) Il De Bure (Bbliog. Inslructif. Hist. t. I. p. 198 ) cita un edizione rara di questa opera stampata in Siviglia nel i582. in fol. Il Meusel Bibl. t 11.p. 11.p.2l5. «e dà il titolo. » Gongaio Argute de Molina de la Monteria , Historia del Gran Ta-