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provvisioni occorrenti per tale viaggio, aperto e sicuro come esso dice per tutti i Franchi e che compievasi in meno d’ un anno (i). Quel trattato fu scritto nella prima metà del secolo XIV. e da ciò si comprende quanto prontamente si fossero industriati gl Italiani d’ampliare i loro traffici. Che colla Cina fossero stabiliti regolarmente, è chiaro, perchè il Balducci non dice esservi stato, ma che udì quelle cose dai mercatanti, mentre era a servizio dei Bardi alla Tana e in Armenia (2) . LI. La fama ottenuta dai Poli pei loro viaggi, le cose maravi- gliose da loro raccontate, non solo destarono la cupidità dei mercatanti, ma la brama in alcuni arditi Europei di ottenere pari celebrità, e di ve- (1) Ciò conferma l’asserzione del Monte Corvino. (2) ( Della Decima t. in. p. 4. e seg. ) Secondo il Balducci dalla Tana o Azoff fino a Gitracan , eh’ è l’antica città d’ Astracan , che fu distrutta da Tamerlano nel 1595. vi erano 25. giornate di carro tratto da’ buoi ; 10. o 12. di carro tratto da’ cavalli di lì a Sara, o Sarai capitale dei Tartari del Capcthac, città parimente distrutta da Tamerlano. Da Sara o Saracanco, città secondo il Forster situata sulle rive del laik o Ural, otto giornate per acqua . Di lì a Urgenzi, o Urguenz venti giornate di carro tratto da cammeli. Questa città della Cauresmia è sul Ghion,o fiume Osso degli antichi . Di lì ad Oltrar 58. in 40. giornate. Questa città detta Otrar ed anche Tareb sul Sirr, città segnata nel mappamondo di fra Mauro. Da Oltrare ad Ar- malecco 45. giornate di somaro. Questa citta c^edela 11 Forster Almalig nel Turche- stan , ch’è rammentata nelle Tavole di Nessir Ettuseo ,e d’Ulug-beg( Geogr. Min t. in p. i45). Congetturasi che fosse fra Tasch kend e l’Irtisch, e sulle rive del fiume Ab-Eile confluente del Sirr Daria . Numera il Balducci 70. giornate d’ asino da Armalecco à Camexu, che secondo il Forster é Kami ( che dà nome al deserto ) coll’ addizione della Sillaba xu, o ziu secondo la pronunzia Italiana, che significa città in Cinese ( ved. t. 11. p. 255. ). Di lì al Cara-Muren cinquanta giornate di cavallo . Il nome di Cara Muren, che è il tartaro del fiume detto dai Cinesi Hoamg ho (t. 11 not 4o6.)mancava nelle stampe del Pagnini,ma vi supplì ilForster con un codice,che apparteneva allo Sprengel. Dal Cara-Muren poteva il trafficante andare a Cassai per vendervi le monete d’ Argento e cambiarle in moneta di carta detta Balisci ( v. t. u* cap.xvm.)che ilB.Odorico dice Bai is., che valevano cinque carte bambagine,e ognuna di queste un fiorino e mezzo d’ Italia (Rum. Nav. t. 11. p. 240. E ) . Dice il Bal- ducciessere il Balisci la moneta del signore del Gattajo, bollata ai suo marchio. Cassai secondo il Forster che abbiam seguito sin qui, nel dichiarare l’itinerario, è Kisser suli’Hoang ho nella riya posta sull’ estrema parte settentrionale del suo corso . Ma non saprei a tale opinione appigliarmi, me*tre il Fiorentino intese parlat e della città detta dal Polo Quinsai, e Cassai da fr. Mauro , e dal B. Odorico ( 1. c. p.245- O. ) che dimostrammo essere Ilang-tcheu ( t. 1. p. 129. n. 6.) . Secondo il Balducci, da Cassai a Gamalecco, eh’ è la maestra città d«l paese di Gattajo, si va in 5o. giornate. Gamalecco è la citta detta dai Tartari Cambalu , dagli Arabi Cham Bulech ( Abulf. Geog. Min. t. in. p. 80. ),o il moderno Pekino (V* 1.11. n. 5ia. )