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ti posteriori . I viaggiatori che precederono il Polo , come si disse visitarono barbare e povere regioni. Non per anche glTmperadori Mogolli eransi stabiliti nel Catajo, o Gina settentrionale;nè dirozzati erano quei feroci conquistatori, come furonlo posteriormente per opera dei vinti Cinesi. Divenuti i Mogolli signori dell'imperio dei Song, o della Cina meridionale, dilatarono le loro conquiste nel Tibet, nel Pegu , e si a- persero ricchissimi traffici coll’ isole del mare Indiano, e coll’ India . Il Polo esattamente descrisse 1’ opulenza di quelle regioni . Che se ad alcuno parvero favolosi i suoi racconti, molti che frequentavano l’Oriente, vi dierono fede, avendo udite confermare le cose stesse da altri : ed anche fugli prestata fede in Italia, per le tante ricchezze, che in patria tornati recarono i Poli .L’oro, i preziosi metallidi Gipangu, l’immensa opulenza , la dovizia del Catajo e del paese dei Mangi ; le spezie- rie dell’ isole orientali ; le perle , i diamanti, le gemme , le seterie , le cotonine , il pepe , lo zucchero , la cannella del Ceylan, e delle Indie, erano un potente eccitamento per gl’ Italiani d’aprire diretti traffici con quelle regioni, e per tal via d’ arricchirsi . Non eravi gente più intraprendente della nostra a quei dì. I Genovesi, i Pisani, i Fiorentini , i Yiniziani, per istimolo di rivalità non lasciavano cosa intentata per accrescere di ricchezze , di potere le loro città . Sappiam dal Polo, che i Genovesi navigavano il Caspio ai suoi dì («). Ma ciò che dimostra l’arditezza dei Genovesi d’allora, è il tentativo di Teodisio Doria e d’Ugolino Vivaldi, i quali con due trireme passalo lo stretto Gaditano osarono d’avventurarsi all’immenso Oceano, per giungere all’Indie per la via d’occidente , che è il più antico tentativo di tal natura, di cui si abbia contezza(i). Nè questa fu la sola inoltrata navigazione nell’Atlan- tico fatta da essi. Narra il Petrarca che nell’età anteriore alla sua i (a) t. li. p. 3o. (l) Il Tiraboschi ha dimostrata l’autenticità del fatto, non era noto che per lo storico Genovese Foglietta, il quale dicelo accaduto nel 1292. ma lo storico della Letteratura Italiana, trovo che Pietro d’Abano scrittore contemporaneo, ne avea fatta menzione ( Stor. delle Lett. [tal. voi. v. lib. 1. c. v. §. i5.). Una memoria tratta dagli archivi genovesi, e pubblicata dal sig. Graberg ( Zurl. Dissert. t. 11. p. i58. ) dà contezza d’unaltro più antico tentativo di tal natura. ,, Anno (281. recesserunt de » civitate lanua duae Galeae per D. Vadinum et Guidum de Vivaldis fratres.volen- » tes ire in levante ad partes Indiarum, quae multum navigaverunt, sed quando 9 fuerunt in hoc mari de Guineae. „ Da ciò si ravvisa che era un concetto meditato dai Genovesi di quella famiglia, di giungere alle Indie per quella parte , ciò spiega come potr**e accadere, che fossero cosi ben delineate le carte di Guinea nel portolano Mediceo .