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Chiesa Cambalicense ebbe pastori fino sul declinare del secolo decimo quinto (i). XLVI1. Il Potefice Clemente V. desideroso di recuperare la Terra Santa, per conoscere come avere in ajuto per tanta impresa un qualche Tartaro Principe, di quei eli’erano a confine di Soria , chiamò in Francia Aitone Armeno, figlio di Leone II., e nipote di un re Aitone . Ei stanco del mondo, e delie crudeli vicende, che affliggevano la sua patria, e l'Oriente, cercò nel claustro tranquillo asilo. I racconti del padre, e dell’avo, e l’essere stato ei stesso testimone oculare delle rivoluzioni accadute in Asia ai suoi tempi , avevanlo pienamente istruito delle cose dei Tartari. Di Cipri venuto a Poitieri nel 1307. dettò la sua storia dei Tartari a Niccolò Salcone, che traslatolla in latino. È quell’opera sommamente pregievole, e sarebbelo maggiormente, se meno trasfigurata veduta avesse la luce ; è commendevole inoltre per una compendiata geografia dell’ Asia , ricca di non comuni notizie, ed utili a dichiarare alcune cose nel Milione narrate (2) . (1) Gli Annali interessanti e poco letti del Waddingo, contengono la serie degli Arcivescovi Cambalicensi , come segue , Giovanni di Monte Corvino morto nel i532 Fra Niccola ( t. vii. p. i58. ). Fr. Gulielmo da Prato 1.570. ( t. vili, p 231. ). Fra Domenico , Fra Leonardo, Bartolommeo de’ Capani 1448- ( t. xii. p. y. ). Giovanni Pelletz 1456. ( ibid.p.48 ) Alessandro da Caffa, eletto nel 1462. ( t. xm. p.25o.). Ei fu l’ultimo nominato , ma sembra che non risiedesse a Cambalu . Fu fatto schiavo dai Turchi nella presa di Caffa ( t. xiv. p.39. ) e morì in Italia nel i4H3. Sembra che decadessero le missioni nella Cina, allorché alla dinastia degli Yven , successe la nazionale dei Ming, che a norma della politica cinese, studiossi di troncare ogni comunicazione di quelle genti colle slraniere . Esiste nella Biblioteca Medicea un singolarissimo monumento , che dimostra, che fioriva la religione cattolica nella Cina nell’età di cui qui si ragiona. É una Bibbia latina in finissima pergamena, del secolo XI. in sesto di sedicesimo , scritta in minutissimo carattere, colla seguente dichiarazione del celebre missionario < - esulta il P. Couplet . S Bibita inventa in Sinai apud etknicum querndam commorantem Camxo dieta, provinciae Nankim. Affirmabat hic esse a majoribus suis relieta, iam inde a tem- poribis familiae regiae Yven tlictam, quae fuit Tartarorum Occidentalium , qui a 400 et amplius annis Sinam occuparunt ,cum quibus venit Marchus Polus Vene.- tus, qui probabilità ex Europa, ea secum attulerit, aut quivis alias Europaeus . Fides sit pene auctorem Ethnicum . Ita ccnseo Philippus Couplet S. I. e Sina in Urbem Procurator. (2) L’ Andres dice essere antiche carte geografiche del principio del secolo xm. in una copia mss. di queste storie, che esiste nella Laurenziana detta Flos Istoria- rum 'l'errae Oricntis , compilata da fr. Aitone Turchi( Orig. e Prog d’ogni Lctter. t. in. P. II. p. 175 ). Questo codice da me diligentemente esaminato contiene le storie Orientali d’Ailone Armeno ,e l’opera di Giacomo da Vitriacos che ha per titolo: