Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
xxxiv | S T O R I A |
era noto, ancorchè il promotorio che forma la punta estrema dell’Affrica non avesse nome di Capo di Buona Speranza, quale ebbe posteriormente per opera dei Portughesi (a) (1). XLV. Il celebre illustratore del mappamondo di fra Mauro, confuta con calore l’asserzione del Ramusio (b), che io pure reputo esagerata; convengo che il bel lavoro, non è copia servile di cataine carte, che queste non poterono essere utili al Cosmografo, che per delineare la Tartaria, la Cina, e la penisola Indiana di là dal Gange. Che oltre i lumi recati da Marco, o dati dal mappamondo, e dalla carta marina, che portò seco il Polo, si sarà giovato di posteriori cognizioni, che anzi per le cose affricane, si valse dei lumi recati dai religiosi Abissini, venuti in Venezia ai sui tempi (2). Ma siccome il Cosmografo dichiara, che di
(a} Ramusio Dichiar. al i.II.p.17. (b) Zurl. Map. di Fr. Maur. p.153. e seg.
(1) Si ravvisa dal mappamondo del Mauro, e dalle note mss. citale nella nota precedente della raecolia dello Zorzi, che appellavano quell’estremo promotorio Capo di Dìab. Nel ragionare del planisferio del Sanuto , e ( t. 11. n. 942. ) abbiamo dimostrato essere vera l’asserzione Ramusiana . (2) In una raccolta di varie relazioni di viaggi, fatla da Pietro Yoglienti, di cui caderà in acconcio in altro luogo di ragionare , che conservasi nella Riccar- diana ( Cod. 1910. a p. 23i. ), si contiene l’ambasciata degli Etiopi a Papa Eugenio IV. a dì 2. di Settembre i442> Firenze , ossia il discorso che gli ambasciatori pronunziarono in detta occasione . Dal medesimo si rileva , che quella fu la prima che venisse in Italia, poiché è detto, ch’erano più d’anni ottocento che non » fu Papa, che ci mandassi mai uno vi dia il buon dì, e questa è la somma .... » tutta nostra allegrezza è , che tu sia scilo quello, che vogli ora cercare di fare •d la santa unione ». Si rileva , che l’abate Nicodemo Abissino, che risiedeva a Ge- rusalem , fu quello che spedì quest’ ambasceria a Eugenio IV. da indi in poi crebbero le relazioni fra l’Italia e l’Abissinia. Forse i Pontefici vi spedirono alcuni Missionari . Infatti nella nota precedente abbiam veduta fatta menzione d’un Frate Italiano, che tornava d’Abissinia nel 1470* R Zorzi più itinerari Abissinici ha riferiti nella sua raccolta, di cui daremo sommaria contezza : ,, Itinerario da Axon , città
- principale di Aetiopia Trogloditica in fino al Cairo di 2i5. giornate. „ Itinerario
s> secondo, di Fra Zorzi Prior fu in Jerusalem 1514* da Barara prima città d’Etio- » pia sotto l’equinoziale, prima città di Presta Davit. „ Si narra, che quando il Turco prese la Soria, c il Cairo nel 1515. per essere stato rovinato il monastero di Fra Zorzi , partì da G’erusalem , e venne in Venezia nel ! 519., e condottolo il col- lettore in sua casa ,siccome parlava buon linguaggio, gli dettò l’Itinerario da lui fatto d’F.tiopia a Gerusalem. „ Segue l’Itinerario di Fr.Raffaele Abissino, che par- » lava Italiano, che a di i. Marzo IÍ22. dettò al raccoglitore l’itinerario del suo t viaggio da Burara a Axnrn, e di li a Suachem „. Contiene pure anche l’Itinerario di Frate Tommaso dettato a di 7. Aprile i5^2. da Barara , a Axuin , a SuaJi m, per