Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
XXVI STORIA lumi il Longiumel . Diverso vie seguirono i due legati : costeggiò l’ultimo ia sponda meridionale ed .orientale del Caspio (a), ma se pure ei scrisse la relazione del suo viaggio, come l'opinano il Quetif, e l’Echard, non è sino a noi pervenuta . XXXVIII. Avventurosamente abbiamo quella del Rubruquis che per essere dettatura del secolo xm. è sommamente pregevole, perchè esso era un osservatore accurato e intelligente . Ei da Soldadia irt Crimea , si recò da Batu Can sulle rive del Volga, che alla volta del Gran Can l'inviò . E per recarvisi dal Volga passò il Iaick, lungo la riva settentrionale del Caspio, e valicati i deserti della Gran Bulgaria , e della Grande Ungheria,non meno che gli altri a tramontana del lago d’Aral, entrò nel Turkestan 0 Gran Turchia , e drizzando il cammino verso il Kara Kitai giunse alle rive del lago Palkasi (/>), ed indi a Kailak,città detta Golka oggidì sulle rive dell'Ili, e pel paese degl’Iguri si recò a Kara Korum, residenza del Gran Can: e assistè all’incoronamento di esso . Seguì al ritorno pressoché lo stesso cammino , sino alla residenza di Batu-Can, di lì passò a Sarai, e proseguendo il viaggio lungo la riva occidentale del Caspio giunse ad Erzerum, e per l’Armenia, e l’Asia Minore, in Cipri si restituì nuovamente. Non ci è dato diffonderci sulla copia dei lumi geografici recati dal Rubruquis,e rilevati accuratamente dal Forster. Egli è certo però che la parte dell’ Asia ch’è a tramontana del quarantacinquesimo parallelo, era in quel secolo assai bene conosciuta : e che più frequentata era la via , che dal confine d’ Europa conduceva a Caracorum, di quello che sia oggidì il cammino della Persia, perchè i principi tributari dei Tartari fossero essi Asiatici, o Europei, vi concorrevano per corteggiare il signore di quelle barbare genti, come nei più fiorenti giorni di Roma , concorrevano nella dominatrice dell’ universo i potenti dell’Asia. Incontrò Rubruquis Europei in gran numero prigionieri dei Tartari. Un orefice Parigino avea fatto a Caracorum un lavoro dell’arte sua, ch’era la meraviglia della tenda di Mangu Can : cavatori tedeschi di metalli adoprava il Can per le miniere dell’ oro , che possedeva nell’ estremo oriente , altri ne adoprava alla fabbricazione delle armi (c) . La relazione del Rubruquis pubblicò (a) Rubr. apud Berg . p. 59. Quetif Script. Ord. Praedic. p. ì/^o. (¿) Forster 1. c. t. 1. p. 170. (c) Rubruq. ibid. p. 5i, sembra ehe il vero suo nome fosse Ruisbruke , 0 Ruisbrock, e che i Francesi lo appellassero Rubruck o Rubruquis ( Fabric. Biblioth. Mcd. et In.Lat. Art. Guliel- mus de Rubruc . )