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DEL MILIONE XXIII d'uopo scevrare il narratogli dal veduto . Accade infatti soventemente che dal suo diritto cammino si dilunghi, per descrivere contrade lontane le dieci, le venti, le trenta giornate dalla via da «sso battuta . Ma nelle nostre dichiarazioni al Testo Ramusiano del Milione dilucidammo, come abbiamo proceduto per istabi 1 ire con precisione glili- nerar dei Poli. XXXIII. In altro luo?o trattammo sin dove si estendessero a nostro giudicio le cognizioni geografiche degli antichi lungo la costa Affricana, bagnata dall Eritreo, e nella parte centrale e meridionale dell’Asia, li nella tavola geografica aggiunta all opera è indicato quale fosse a nostro avviso l’ultimo termine delle loro cognizioni. Ivi pure sono segnate le vie fatte dai Poli, non meno che le molte contrade da loro rammentate o descritte, talché un solo sguardo su quella tavola, rende manifesto quanto il Milione ampliasse gli scuoprimenti dei due potenti popoli dell antichità , i Greci , e i Romani . Ma la storia completa del Milione, richiede che investighiamo quanto questo celebre libro estendesse le cognizioni del secolo in cui comparve. Quanto influisse ai sempre mai memorabili scuoprimenti orientali, ed occidentali degl’Italiani , dei Portughesi, dei Casigliani. Come questi scuoprimenti pro- movesscro la volubilità, che si ravvisò nel modo di giudicare dei pregi e deir importanza di questo scritto in vari secoli. Quali dei viaggiatori, e dei letterati cooperassero principalmente all’illustrazione dell’opera , finalmente ciò che da noi fu fatto a tal’ uopo . XXXIV. L’inopinata irruzione dei Tartari che in meno di mezzo secolo estesero le loro conquiste dall Oceano Orientale fino ai confini di Lamagna, l’avvicinamento di essi per la parte centrale dell Asia alia Palestina , e alla Soria, volsero verso di loro 1’ attenzione di tutte le genti. L Europa sbigottita e tremante, temeva di cadere sotto il giogo di si feroci conquistatori . Speravano i Grocesignati per opera di essi vedere spenta la potenza dei Turcomani, e dei Saracini , e in cotal guisa ristabilire la loro vacillante fortuna in Oriente. Misero era lo stato dell Europa a quei dì : non città fortificale , non milizie assoldate , depauperati i pubblici erarj ; i potentati non italiani erano senza modi per fare le guerre, perchè snervava il loro potere l’anarchia feudale. Generoso ed utile disegno dei Pontefici fu adunque il propagare il Vangelo frai Tartari, per istabilire seco loro la fralellevole pace, che ordina fra tutte le genti quella santissima legge . XXXV. A ciò volse l’animo Innocenzio IV. Nel concilio di Lione nel 11\~). fece presenti i pericoli che correva l’Europa per l’invasione di quei barbari, e pensò ad inviare religiosi degli ordini di S. Domenico,