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ispezione di verso Adenti ; (V) e del porto d Edenti si partono lo navi e ritornasi cariche d’ altre mercatanzie , e riportale per l’isole d'india. E sì recano gli mercatanti medesimi da questo porto medesimo molti belli destrieri, e menagli per l’isola d’India ; e sappiale che un buono e bel cavallo si vende (a) Qui descrive con la consueta Lievita la via che facevano le Ìndiche merci per giungere in Alessandria. Ma la descrizione che ne fa, secondo la lezione Ramusiana è più chiara . Può recare confusione ch’ei parli d’Adenti nel Capo ove tratta dell’ Abissinia e di E- denti come scorrettamente qui si legge in questo capo , ma veramente dee leggersi Aden come nel Testo Riccardìano. L’ Adenti di cui parla nel capo precedenti è il regno di Adel o di Zeila come lo appellavano i Portoghesi, eh’ è a confine dell’ Abissinia, e che dallo stretto di Ba- bel Mandeb si estende sino al promonte- rio Guardafu_y,e di lì sino a Magadascho. L’ Aden di cui qui parla e la parte meridionale dell’ Yemen nell’ Arabia che ha porto di tal nome che è a I2.0 4°•' di Lat. Settentrionale ove facea capo tutto il traffico dell’Indie per 1’ Egitto sino dal tempo dei Romani,ch’era appellato Arabia foelix Empiorum.Aden significa inietti luogo di delizie.( Anvil. Geog. An. t. II. p. 224- ) • Era allora popolosa e ricca citta: è oggidì nella massima decadenza perche perdè il traffico Indiano. ( Niebhur Deserip. de l’Arabie p. 221. ) Questo traffico vivifica ed arricchisce o- gni contrada per cui transita. Anlichis- simamente arrichì gli Ammoniti, i Moabiti , gli Edomiti , e Cananei , i Madianiti . Indi Paimira nel deserto , Tiro , Sidone , Babilonia. Il dotto Giovan Batista Ramusio in un suo discorso trattò delle vicende del commercio dell" Indie . Ei rileva come le irruzioni dei Barbari troncarono il traffico diretto dell' Occidente coll’ Indie per la via d’ Alessandria che facevano i Romani,che prese la via dell’interno dell’ Asia.Faceasi cioè risalire a quelle merci l’Indo, e le carovane trasportavanle a Balch, ove imbarcavansi nuovamente sul Ghion ofìumeOsso degli antichi , e dal dotto fiume transitavano nel Caspio.Da quel mare faceasi risalire loro il Volga e per camelo trasportavansi infino al Tanai e a grado della corrente, faceanocapo al celebre porto delia Tana. I re d’Armenia aprirongli posteriormente la via della Georgia, poterono in tal guisa essere trasportate dal Caspio al Fasi che facendo foce nel Mar Nero , o Mar Maggiore agevolavane il trasporto a Trebisonda. Eravi ancora la via di Bas- sora : per ivi risalivano l’ Eufrate e ne era fatto il trasporto per carovana à Aleppo e a Damasco,di li a Baruti porto del Mediterraneo. ( Ram. Nav. t. I. p. 412, c. ) Marin Sanuto che imaginó 1’ alto concetto di fiaccare il potere del Soldano d’Egitto togliendogli il commercio dell’ India , e perciò di rovinare la potenza di quell’ Imperante eh’ era il più poderoso nemico dei Crocesignati , disegno condotto a compimento dal valore dei Portoghesi due secoli dopo il Sanuto, descrive le vie che seguiva il traffico^eU’Indie ai suoi tempi che erano presso apoco quelle dette dal Polo.Le Indiche merci sbarcavansi a Ormus,aKis o Kisi, e a Bassora e di li dirigevansi a Baldacca , d’ onde giungevano agli scali del Mediterraneo . Ma la via più seguitata era quella dell’ Egitto, sia per le rivoluzioni accadute in Asia per le conquiste fatte dai Turchi, indi dai Tartari, non meno che per le cure dei Soldani d’Egitto, che sforzaronsi di richiamare a quella volta quel ricchissimo traffico . ]1 Sunuto conferma che le merci sbarcavano a Aden, donde per la via dal Polo descritta passavanno al Cairo, e di lì in Alessandria. ( Gesta Dei per Frane, t. II. p. 2.2. ) Odoardo Barbosa descrive più minutamente il commercio di Aden col Cairo, enumera i Dazj che ne ricavava il re ( e che valuta 100000 crociati) e le merci che ivi si recavano, ( Barn- Nav. t. I. p. 5(io. )