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XXX VITA. ALBERI GENEALOGICI Delle Famiglie Veneziane di Marco Barbaro . Estrailo di quello relativo ai Poli. /VviJo eli raccorre per quanto erami dato, tutte le notizie relative alla vita di Marco Polo, feci trascrivere nell’Ambrosiana di Milano, ciò che disse di esso nella sua Cronoca Jacopo d'Aqui; e (juanto d’interessante conteneva relativamente all’argomento lo pubblicai nella Storia del Milione ( cap. xxn. not.). Vergendo poi nella Biblioteca Italiana dello Zeno ( t. li. p. 186.) fatta menzione,che negli Alberi Genealogici delle famiglie Veneziane di Ma reo Barbaro, facevasi menzione anche di Casa Polo, mi rivolsi al Chiar. Ab. Morelli per averne copia , supponendo ciie l’opera dei Barbaro si conservasse nella Marciana Veneta, di cui esso era il maritissimo custode. Da esso seppi, che lo Zeno ne fece cambio, in libri, e stampe col Foscarini, che quell’opera cita nella sua Storia della Letteratura Veneziana (p. i-80. ), il quale la possedè fino alla sua morte . Che i suoi eredi la cederono con altri suoi manoscritti alla Corte di Vienna , e che così passò nella celebre Biblioteca Palatina di quella città . Per farne estrarre,ciò che conteneva di relativo al mio argomento mi rivolsi airesperimentata cortesia del defunto mio pregievole amico, e di lettere greche e latine Maestro, il Conte Angelo d’Elci(i), che gentilmente me ne estrasse copia, che credo non sarà disgradevole che io faccia di pubblico diritto . E qui da avvertire, che da questo Albero resulta che ebbe Marco Polo descendenza maschile, che non accennò il Ramusio nella sua prefazione al Milione, mentre ei non rammenta di sua de- scendenza che tre figlie, i cui nomi sono pure in quest’Albero registrati. Ma Marco Barbaro avverte, che fu compilato 1’ Albero con l'assistenza (i) E qui mi si offre occasione di ren ler giusto tributo di lode alla memoria dell’ amico , che fu certamente uno de’ più valenti scrittori, di cui in versi latini , e toscani possa vantarsi la repubblica letteraria . Le sue Satire sono uno de’primi monumenti dell’ ingegno italiano nel nostro secolo , e gli Epigrammi , che presto vedranno la pubblica luce,faranno fede che il Conte d’Elci è vicino in essi di merito a Marziale , come lo è nelle satire a Giovenale . Ei non pago d’illustr r la patria co’ suoi scritti, donò ad essa con liberalità pili che privata t la sua preziosissima , e quasi unica collezione delle edizioni principi del quattrocento , la quale mercè le cure di Ferdinando III. di sempre cara e gloriosa ricordanza , sarà allogala in magnifica stanza a bellaposta edificata , ed accrescerà lo splendore dilla cuiebie Biblioteca JVIcdiceo-Laurenziana.