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Vili VITA An. 12 Alì. 13 istruzione di offerir pace all’Imperadore , se volevasi riconoscere suo vassallo ; ma furono assassinati ancor essi , e 1’ irritato Gran Can die ascolto al consiglio di Bayan di spengere i Song . Inoltrandosi il condottiero come vincitore minaccioso, avendo saputo l'Imperadrice ch’era stata vinta la città diKia-liing, ultimo antemurale di Quinsai, riconobbe non esservi altra via di salvezza, che di chiedere misericordia al vinci- "6 tore: essa mandò a Bayan il sigillo dell'imperio,che lo inviò al suo signore: l’oratore che recollo, chiese pietà per l’impubere imperadore, ancora in abito di dolore per la morte del padre; ma il capitano freddamente rispose : « dovere i Song il loro inalzamento alla spoliazione d’ un fan- a ciullo : essere volontà del cielo che passasse a Cublai la signorìa d’un « fanciullo «. Invitato a recarsi dall’imperadrice, se ne escusò , disse ignorare il ceremoniale dovutole. Padrone di Quinsai mandò Ja reggente, il fanciullo al suo signore prigionieri (i). L’arrivo di quegl’illustri infelici, riempie di giubbilo il Gran Can, e la corte : una delle spose di Cublai sola si stava malinconica ; richiestane l’occasione dal marito: « signore, ella disse , dall avvenuto alla dinastìa dei Song, ravvisate « i destini della nostra «. Due fratelli del prigioniero innanzi la som- mension di Quinsai si posero in salvo : i guerrieri e servitori fedeli dei Song appo loro nel Fokien si raccolsero. I Mogolli per la sicurezza delle novelle conquiste, per la diminuzion dell’esercito non poterono con prontezza inseguirli: ma afforzatisi di poi, contro di loro si mossero, nè i Cinesi crederon prudente d’avventurarsi alla sorte d’una giornata, e co’ due rampolli del sangue imperiale s’imbarcarono. Toan-tsong il maggiore, infermatosi, cessò di vivere in isoletta deserta. Succedutoli il fratello Ti-ping, s’unirono ad esso i suoi fidi, e composero armata poderosissima. Vennero ad affrontarla i Mogolli con non meno numeroso stuolo. Erano le navi Cinesi schierate in faccia all’isola di Yai, ed avevano a schiena acque basse , e credevanle capaci di riparargli da ogni nemica aggressione. Ma venuti alle mani, altro stuolo tartarico sopraggiunto, penetrò nel marazzo , assalì a schiena i Cinesi : essi combatterono con ostinazione, con virtù, ma oppressi da due parti, ne fu fatta dai Mogolli tanta strage, che narrasi, che centomila perdessero la vita nella giornata. In tanta misera condizione, un servitore del giovine Imperadore, vedendo chiusa ogni via di salvezza,appressatosi al giovinetto, esclamando: « morti rai signore e non servo « strettolo fra le sue braccia lo gettò in mare, ed ambedue si annegarono. Il disperato esempio seguirono l’imperadrice, (i) Come dirassi posteriormente, anche una principessa, sorella del detronato fanciujlo, venne in poter di Cublai, che condusse in Persia Marco Polo .