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A Iunonia, Capraria , Nivaria, Canaria: l’ultima con maggior ventura delle altre diè noma a tutte quelle isole . Se dassi fede a Plinio, o per meglio dire al re Giuba, dal naturalista copiato,questa isola ebbe nome dalli prestanza e grandezza dei suoi cani. Più fondata peraltro è la congettura del Ritter, che avesse, nome da Canari, popoli del continente alfricano, che Svetonio Paolino trovò di là dall’Atlante,perchè forse alcune tribù di quelle genti, per infortuni non credendosi nel continente sicure, cercarono ripararsi in quell’ isola . In altra pare che vi si riparassero i Goniera, da essi tuttora nominata, popoli, che rammentano gli Arabi come abitatori dell’Atlante, {V. Castiglione Memoir. geograph. et numisniat. sur la par. orient. de la Barò. Mil. 182G. p. 106. ) . IV. Ma allorché il Mondo Antico fu percosso da tali infortuni, che in Europa mancò ogni germe d’ industria , ogni stimolo ad opere ardimentose, divennero terre incognite,paesi frequentatissimi dagl’antichi;e di molte contrade sene abolì la memoria: cosi avvenne delle Isole Fortunate , quantunque non del tutto s’estinguesse la tradizione di al-* cune isole dell’Atlantico, sulle quali la goffa credulità de’ secoli di ferro spacciò assurde favole . V. Risorse T Italia dopo il mille , ardente di rinomanza, e rigene* rossi col vigor di gioventù , e con prudenza matura . Per risarcirsi dai danni che recavanle interni ed esterni oppressori, si volse alle navigazioni ed ai traffici . E i Genovesi di buon ora non solo attesero a ciò , ma con tanto ardimento e virtù s’accinsero a scuoprire , che ebbero per fino il concetto di navigare allTndie costeggiando l’Affrica,e ciò almeno venticinque lustri innanzi che il magnanimo Don Enrico recasse i suoi Portoghesi a scuoprire . Di ciò non avvi documento più comprovante 1’ asserzioni nostra , nè più glorioso per Genova del Portulano Mediceo, da cui sono tratte le due tavole dell’Affrica che pubblichiamo. VI. Esse sono copiate dalla I. eV. tavola del Portulano predetto, di cui toccammo nella Storia del Milione ( p. 29. ) . Per valutarne il giusto pregio è d’ uopo far motto dell’ età di questo prezioso Codice , e darne indi la sommaria descrizione . E quanto all’ età non è di difficile indagine : la Tavola vili. contiene un calendario perpetuo delle fasi lunari, e vi si leggono vari esempi per farne uso , i quali tutti si riferiscono all’ anno i35i , cioè al più prossimo, in cui furono delineate le carte. Ciò praticarono i Geografi di quell’età , imperocché di niun’ utilità sarebbe stato il riferirne gli esempi ad anni già trascorsi , anzi impossibile il verificarne la giustezza. Così usò il Geografo Benincasa nelle tavole delle lunazioni e delle epoche pasquali ( Zurl. Dissert. t. ir. p. 35 1. ). Conferma l’età assegnata al Portulano la scrittura del codice,